Certo che la nazione è stanca davvero.
Allo stremo.
Un punto interrogativo al minuto.
Mondi paralleli come le terre numerate dei fumetti di supereroi convivono forzatamente sulla crosta terrestre. E sulla penisola dei bagonghi.
Parole come rospi e serpenti dalla bocca di tutti, me compreso.
Ma quel che posso dire io, non ha il peso di chi muove fili in generale.
Fili grossi, fili piccoli, filamenti che siano.
E nuovi ciucci glamour da succhiare e tenere al collo per fumatori trendy o privi di palle e volontà.
Gente privata delle palle e della volontà che s'abbandona al nulla di una sigaretta elettronica vivendola come un peccato, quasi a nasconderne il gesto nel ciucciare il tubicino, con convulsa vergogna come tradizione cattolica© impone.
Quindi ultimamente, vuoi anche che mi son rotto di molto i coglioni di quest'aria fessa, preferisco tenere un basso profilo in netta antitesi "al profluvio di scoreggie che già profuma l'aria (cit.)".
Un profluvio di scoreggie che dal fumettomondo si sposta sui palchi musicali, dai ricevimenti alle gallerie d'Arte, dai teatri ai parlamenti, dalle strade alle case, dal cucchiaio alla città (questa chiosa la capiamo in tre ma vi aiuto. Bauhaus...?).
E nell'intimità delle nostre stanze bastano oramai una manciata di frasi scritte con getto sincero su un social o similia per scatenare ira (e invidia dell'altrui anarchia di vita e d'espressione) in ogni dove, a seconda della percezione dell'interlocutore col culo stretto e più o meno stressato.
Interlocutore che può essere anche un conoscente, non per forza un estraneo a cui si parla via mail.
E bella fregatura anche le mail.
Ma stiamo allegri.
L'Italia è una repubblica di matrice mafiosa.
Mafioso è lo stato e mafiosi i partiti con tutte le diramazioni del caso.
E tutti gli allegri compagnucci della parrocchietta.
Lo ha quasi capito anche lo scemo del villaggio, seppur continui a preferirsi allineato per nulla rischiare.
Mafiosi, spesso e volentieri, sono i rapporti interpersonali fatti di aiuti a te, aiuti a me, non ti sputtano a te, non mi sputtani a me. Tutti contenti e ci piace così.
Che poi, girato l'angolo, spenta la luce, chiusa la porta, non gliene frega più un cazzo a nessuno.
Come maestra politica Italia insegna.
Si, una bella sega.
Dove sta la verità?
Dietro ad ogni interpretazione ella vive e difficilmente s'accorda.
Perchè l'aria ha odore di convenienza e favore (da ricambiare prima o poi, come i regali di Natale) a meno che l'istintiva percezione amichevole che si ha con pochissime anime affini sollevi dal senso di colpa latente che ci hanno inculcato fin dalla tenera età i cari timorati genitori e il sistema cattolico fascista di cui tanto va fiero il bravo cittadino.
Inocula il mio germe borghese.
No grazie, semmai ripasso.
E poi un gran scaricare barili in ogni dove, sport nazionale in cui l'italiano eccelle anche a giro pel mondo. Furbetto mirabilmente sdoganato dalla storia degli ultimi trent'anni e sapiente collezionista di figure di merda davanti al normale senso civile delle nazioni in cui si reca in visita.
I danni culturali sono incalcolabili, così enormi dall'essere obliati in toto per evitar sbattimenti.
Meglio continuare a foraggiare la giusta merdosità che tanta sicurezza continua a garantire al popolino che produce, consuma, crepa.
Calcio, culi e cazzate.
Soldi, sesso e successo.
Son banalità talmente disarmanti che ribadirle mi par cretino.
Eppure...
Lo scollamento tra generazioni è conclamato.
Gli anziani genitori, terrorizzati dalla mancanza di un Padre Pio© (che brilli più che altro sulla carta da culo delle infami ributtanti riviste di gossip e cultura da sala d'aspetto di medici e parrucchiere) in carne ed ossa che possa confortarli con pezzuole inumidite di sputo taumaturgico, con vincite milionarie alla Lotteria e alle Slot da tabaccheria, angosciati da indecifrabili pagine economiche intonate dall'amichevole apparecchio televisivo, sono definitivamente schierati in formazione difensiva e vomitano mortifera inerzia sui figli e sui nipoti, putroppo ancora vivi, vispi e proiettati ostinatamente verso un futuro del fare cose.
La gerontocrazia non ha pietà e ragiona con la morte a braccetto.
Anche quest'anno l'Italia è il paese più vecchio di tutta l'Europa.
Anche quest'anno la Liguria è la regione con più vecchi d'Italia e con un'età media di 48 anni.
E la mia generazione è stata cancellata, non pervenuta.
I ventenni invece gli servono temporaneamente per riempire le pagine della militanza e della dissidenza studentesca, per l'opinione pubblica.
Come possono dei vegliardi arraffoni over 60 suscitare in me (e in chiunque altro italiano razionalista sotto i 45 anni) un sereno sentimento di fiducia e legiferare pro futuro nazionale...?
Perchè devo morire costretto da un'anestetica sospensione quotidiana in una città che somiglia a una latrina a cielo aperto, con servizi inesistenti, costo della vita tra i più alti del paese e dove è diventato difficilissimo anche spostarsi con i mezzi pubblici...?
Come posso guardare il mio figliolo e proiettare su di lui l'indotto inerte immobilismo nazionale...?
Con quale etica e coraggio di padre...?
Ok, basta così.
Mi organizzo.
Si cominci il 2013.