5.9.10

TURCHIA 1 - ITALIA 0



Cavalchiamo l'onda della volgarità.
Volgarità in perpetuo cambiamento ma immutabile negli addendi.
Per tutte le stagioni, peggiorativa, dissociale, sempre e comunque in mortificante evoluzione.



Mi capitò di suonare ad Istambul nel 2009 in occasione di un festival internazionale.
L'antica Costantinopoli, culla spuria d'Oriente ed Occidente, equilibrata mistura di terzomondismo in salsa europea.



Osservando goloso, come di mio solito, un chiosco di giornali sulle rive del Bosforo, caddi preda d'un sentimento di frustrazione e vergogna.



L'improvvisa inaspettata visione di una decina di riviste di vario formato et foliazione, a tema satirico volgarissimo e ben disegnato, mi costrinsero all'immediato acquisto di tutte le testate esposte.



Senza contare i grattacieli di raccolte (addirittura cartonate con tanto di nastrino rosso segnapagina) delle suddette, ad un prezzo che qui ci compri un pacchetto di tabacco West.
Ne portai via occhio e croce una decina di chili.



Le sfogliai la notte stessa dopo il concerto: cartaccia infame (peggio di quella che usa Il Vernacoliere) da quotidiano ingiallito, tripudio grafico di sterco e amenità social politiche a 360°, professionisti esclusivamente turchi più che dignitosi con alcune indiscutibili eccellenze autoriali.



Uno stile grafico e narrativo, evoluzione nobile dell'underground, accomunabile al Fluide Glacial francese ma mooolto meno fighetto.



Comunque rintracciabile anche in Inghilterra con Hunt Emerson, in America con gli autori di Mad e in Polonia con Lesniak e Dabrowski, giusto per citare qualcuno.



Mi informai, tempo dopo, in rete, scoprendo che queste genti son umani a cui han tolto il passaporto e negato l'espatrio per le vignette che hanno fatto e fanno tuttora.



... se penso a Forattini che non sa neanche disegnare mi viene da piangere.



Nel nostro terzomondo dell'intelletto la gente pensa ancora a PadrePyo.
Un cadavere.
Appunto.








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