10.4.11

DEGLI ALLORI E DELLE PENE



Riprendo il post sui premi e le candidature dei fumetti e approfondisco un pochetto.

Negli ultimi mesi, complice la fioritura delle manifestazioni fumettistiche primaverili, assistiamo a premiazioni et similia.
Blandamente ho letto i nomi delle candidature e dei giudicanti sui vari siti sul tema.
Due piccole riflessioni mi vengono naturali.

I titoli candidati sono sempre gli stessi, grosso modo.
Titoli comuni ad ogni manifestazione con qualche new entry ma senza grossi sconvolgimenti.

Da ciò deduco che i giudici abbiano letto solo quel tipo di fumetti.
Dico tipo, perchè siamo sempre dalle parti dei "discepoli di Gipi", storie delicate, suggerite, ricche di suggestioni interiori, emozioni e tutte quelle robe lì, derivazioni del modus francese d'intendere il fumetto, che a me non interessano per nulla.
A me no, ma evidentemente al pubblico FORSE si, di certo incontrano il gradimento delle persone che compilano le candidature.

Questo vuole dire che i premi sono in balia del gusto e delle letture di pochi.
Letture simili tra loro.
Non può essere altrimenti.
E non c'è nessuna colpa in questo, i giurati leggono quello che gli piace, cercano i fumetti che a grandi linee gradiscono e poco altro. Dovendo poi dedicarci del tempo per consumarli e digerirli, da togliere ai propri impegni personali, lavorativi e familiari.
Per leggere fumetti ci vuole tempo, è innegabile.

Allora qual'è il valore di un premio, oggi, nel fumetto italiano..?
E delle classifiche dei migliori dell'anno..?
Che vuol dire il miglior sceneggiatore..?
Quello che è stato più presente sulle testate..?
Quello che ha prodotto di più..?
Quello che vende di più..?
Il più piacione e onnipresente fisicamente a tutte le fiere..?
Il più vicino al modo d'intendere fumetto di chi legge..?



Un premio NON ti fa vendere più copie dell'opera, per prestigioso che sia.
Un premio NON porta altro riconoscimento che quello momentaneo di un applauso alla premiazione o di una fascetta attorno al libro che cita il fatto.
Il VERO premio (e qui cito il mio amico DanielO) è quando il lettore viene a cercarti allo stand per stringerti la mano per quello che ha letto, per il viaggio che si è fatto, per le corde che gli hai mosso.

C'è una forma di snobismo da parte dei giornalisti e addetti che decidono la rosa finale..?
Questo è possibile.
Ma non da parte di tutti.
Siamo nella palude ma ci sono anche persone intelligenti che operano con intelligenza.
Pochi, ma ci sono.



Altro particolare non trascurabile è la diffusione delle opere, la distribuzione, la reperibilità nelle fiere, nelle librerie di varia e nelle fumetterie. Chi giudica i libri, se li deve comperare, li deve trovare su qualche scaffale.
E come ben sapete sugli scaffali non ci sono tutti i fumetti usciti nell'anno.
Da qui la prima selezione naturale dei titoli papabili.

Tradizione poi vuole che ai giornalisti ed ai recensori vari, gli albi vengano regalati per facilitargli il compito, per avere una recensione (che poi, magari, si trasforma in candidatura) sulle riviste di settore o sui siti vari.
Di questo se ne occupano di solito gli editori e di persona qualche autore (come me per esempio, che a 'sto giro, con il primo volume degli X-NERD, ho preferito mandare agli amici i PDF anzichè i cartacei per avere più copie da smazzare al pubblico).
Da qui la seconda scrematura.

Quindi, ad esempio, vince TEX perchè ai giudici piace TEX, perchè leggono TEX, perchè tutto ciò che non è TEX non è fumetto, perchè l'editore riesce a farlo arrivare alle persone giuste etc etc etc
Oppure vince TEX perchè la manifestazione fa una grossa mostra su TEX, c'è ospite lo staff di TEX, si celebrano gli "anta" di TEX, bisogna contraccambiare la presenza di cotanto TEX, che gira che ti rigira il premio a TEX ciclicamente bisogna darglielo etc etc etc

Devo dire altro..?
No, basta così.
E questa volta non mi si può neanche dire che sono stato il solito rompicoglioni volgare, presuntuoso e supponente, che non gli va mai bene niente e che ha sempre da spaccare la minchia su tutto...

Nessun commento:

Posta un commento