15.12.12

NAZI ONE




Certo che la nazione è stanca davvero.
Allo stremo.
Un punto interrogativo al minuto.
Mondi paralleli come le terre numerate dei fumetti di supereroi convivono forzatamente sulla crosta terrestre. E sulla penisola dei bagonghi.
Parole come rospi e serpenti dalla bocca di tutti, me compreso.
Ma quel che posso dire io, non ha il peso di chi muove fili in generale.
Fili grossi, fili piccoli, filamenti che siano.
E nuovi ciucci glamour da succhiare e tenere al collo per fumatori trendy o privi di palle e volontà.
Gente privata delle palle e della volontà che s'abbandona al nulla di una sigaretta elettronica vivendola come un peccato, quasi a nasconderne il gesto nel ciucciare il tubicino, con convulsa vergogna come tradizione cattolica© impone.

Quindi ultimamente, vuoi anche che mi son rotto di molto i coglioni di quest'aria fessa, preferisco tenere un basso profilo in netta antitesi "al profluvio di scoreggie che già profuma l'aria (cit.)".
Un profluvio di scoreggie che dal fumettomondo si sposta sui palchi musicali, dai ricevimenti alle gallerie d'Arte, dai teatri ai parlamenti, dalle strade alle case, dal cucchiaio alla città (questa chiosa la capiamo in tre ma vi aiuto. Bauhaus...?).

E nell'intimità delle nostre stanze bastano oramai una manciata di frasi scritte con getto sincero su un social o similia per scatenare ira (e invidia dell'altrui anarchia di vita e d'espressione) in ogni dove, a seconda della percezione dell'interlocutore col culo stretto e più o meno stressato.
Interlocutore che può essere anche un conoscente, non per forza un estraneo a cui si parla via mail.
E bella fregatura anche le mail.
Ma stiamo allegri.

L'Italia è una repubblica di matrice mafiosa.
Mafioso è lo stato e mafiosi i partiti con tutte le diramazioni del caso.
E tutti gli allegri compagnucci della parrocchietta.
Lo ha quasi capito anche lo scemo del villaggio, seppur continui a preferirsi allineato per nulla rischiare.
Mafiosi, spesso e volentieri, sono i rapporti interpersonali fatti di aiuti a te, aiuti a me, non ti sputtano a te, non mi sputtani a me. Tutti contenti e ci piace così.
Che poi, girato l'angolo, spenta la luce, chiusa la porta, non gliene frega più un cazzo a nessuno.
Come maestra politica Italia insegna.
Si, una bella sega.
Dove sta la verità?

Dietro ad ogni interpretazione ella vive e difficilmente s'accorda.
Perchè l'aria ha odore di convenienza e favore (da ricambiare prima o poi, come i regali di Natale) a meno che l'istintiva percezione amichevole che si ha con pochissime anime affini sollevi dal senso di colpa latente che ci hanno inculcato fin dalla tenera età i cari timorati genitori e il sistema cattolico fascista di cui tanto va fiero il bravo cittadino.
Inocula il mio germe borghese.
No grazie, semmai ripasso.

E poi un gran scaricare barili in ogni dove, sport nazionale in cui l'italiano eccelle anche a giro pel mondo. Furbetto mirabilmente sdoganato dalla storia degli ultimi trent'anni e sapiente collezionista di figure di merda davanti al normale senso civile delle nazioni in cui si reca in visita.

I danni culturali sono incalcolabili, così enormi dall'essere obliati in toto per evitar sbattimenti.
Meglio continuare a foraggiare la giusta merdosità che tanta sicurezza continua a garantire al popolino che produce, consuma, crepa.
Calcio, culi e cazzate.
Soldi, sesso e successo.
Son banalità talmente disarmanti che ribadirle mi par cretino.
Eppure...

Lo scollamento tra generazioni è conclamato.
Gli anziani genitori, terrorizzati dalla mancanza di un Padre Pio© (che brilli più che altro sulla carta da culo delle infami ributtanti riviste di gossip e cultura da sala d'aspetto di medici e parrucchiere) in carne ed ossa che possa confortarli con pezzuole inumidite di sputo taumaturgico, con vincite milionarie alla Lotteria e alle Slot da tabaccheria, angosciati da indecifrabili pagine economiche intonate dall'amichevole apparecchio televisivo, sono definitivamente schierati in formazione difensiva e vomitano mortifera inerzia sui figli e sui nipoti, putroppo ancora vivi, vispi e proiettati ostinatamente verso un futuro del fare cose.

La gerontocrazia non ha pietà e ragiona con la morte a braccetto.
Anche quest'anno l'Italia è il paese più vecchio di tutta l'Europa.
Anche quest'anno la Liguria è la regione con più vecchi d'Italia e con un'età media di 48 anni.
E la mia generazione è stata cancellata, non pervenuta.
I ventenni invece gli servono temporaneamente per riempire le pagine della militanza e della dissidenza studentesca, per l'opinione pubblica.
Come possono dei vegliardi arraffoni over 60 suscitare in me (e in chiunque altro italiano razionalista sotto i 45 anni) un sereno sentimento di fiducia e legiferare pro futuro nazionale...?
Perchè devo morire costretto da un'anestetica sospensione quotidiana in una città che somiglia a una latrina a cielo aperto, con servizi inesistenti, costo della vita tra i più alti del paese e dove è diventato difficilissimo anche spostarsi con i mezzi pubblici...?
Come posso guardare il mio figliolo e proiettare su di lui l'indotto inerte immobilismo nazionale...?
Con quale etica e coraggio di padre...?

Ok, basta così.
Mi organizzo.
Si cominci il 2013.

15.10.12

L'UNICO MODO POSSIBILE





Nell'ultimo ventennio abbiamo assistito ad alcuni tentativi di creare una serie supereroistica tutta italiana i cui modesti risultati sono coperti dall'oblio.
Io stesso li ricordo vagamente perchè non mi hanno mai convinto del tutto.
Rimembro a tratti di averli trovati, sfogliandoli all'epoca (negli anni '90), tutti piuttosto superficiali e scimmiottanti gli albori della IMAGE COMICS americana (il che è tutto dire...).
Il problema credo sia l'Italia stessa intesa come territorio narrativo, che poco o nulla ha da offrire per narrazioni e super-giustizieri del genere.
Gli unici personaggi nostrani in tuta aderente che hanno "bucato" il cuore e l'immaginario del pubblico sono stati DIABOLIK, ZAKIMORT, KRIMINAL, SADIK... e i neri in generale.
Ancor prima è bene citare i primi eroi mascherati AMOK, ASSO DI PICCHE, MASKAR... e in un certo senso ci possiamo infilare, anni dopo, anche ZAGOR per la maglietta aderente colorata e il logo in evidenza, per gli stivali al ginocchio, per i mostri e meraviglie sparse.

In definitiva quelli che nella memoria collettiva avevano la calzamaglia sono i ladri e gli assassini, un ruolo "molto italiano" e riconosciuto a livello popolare, oggi addirittura rivalutato e consacrato come l'unico MESTIERE possibile per alzare del grano e unica immagine percepita dell'italian style, nel mondo pensante.
Resta il fatto che, italiche genti che svolazzan per i tetti delle città non rendono l'idea, nossignore.
Anzi, a ben vedere è ridicolo.
Inutile forzatura e tentativo di imbarbarire ulteriormente quel poco che resta della cultura fumettistica popolare, in coma dagli anni' 80.
I supereroi americani li devono fare gli americani, che capiscono il YOU CAN e il "potere e la responsabilità" e non noi, che siamo un paese di scaricabarili, di giratori di frittate professionisti, e di voltagabbana olimpionici.
Per questo, a nostro modestissimo parere, l'unico modo per rappresentare onestamente un supereroe brianzolo, padano o meridionale che sia, è di farlo "all'italiana", con piglio cinico, satirico e grottesco ma venato di neorealismo pasoliniano.
Si, certamente filtrato attraverso la lente del moderno american style per farsi capire da chi è abituato a mangiare pane e supereroi, ma mixato con la disillusione concreta del sangue, della merda e della disperazione che ci distingue come popolo dal resto del mondo, oggi.
Ecco perchè hanno ragion d'essere (e di apparire), gli inguardabili X-NERD.

Ma basta discorsi, l'ora è giunta...
Mettiamoci la calzamaglia e andiamo a fare il cazzo che ci pare...!






P.S.  - Sarà disponibile per LUCCA COMICS dal 1 al 4 NoveNbre, allo stand ANNEXIA (E319 - padiglione GIGLIO), oltre al balenottero di 336 pagine celebrativo dei 60 anni di TIRAMOLLA, il volume cartonato a colori X-NERD - PRIMA CROCIATA di Emiliano Pagani e Laca.
E questo si era capito da teNpo...

... ma alcuni di voi si chiederanno:
"Perchè mai, se possiedo l'albetto spillato di 32 pagine (licenziato lo scorso noveNbre da 001edizioni), dovrei acquistare un volume che ha dentro le stesse pagine che ho già letto..?".

Ebbene, cari voi, ci sono alcune differenze e migliorie non trascurabili che lo portano ad esser un nuovo  numero uno oltre al fatto che il volume propone l'intera miniserie (si, è un P.S. lunghetto):

- i contenuti di Realtà Aumentata sono differenti (SI, siamo ancora i primi in Italia ad averceli e proporli, l'anno scorso eravamo primi dell'Europa fumettistica)

- la maggior parte delle 30 tavole già proposte sono state ritoccate nel colore, luci e ombre dal nostro Andrea Piccardo

- se lo prendete allo stand potrete approfittare del prezzo "speciale fiera" di 10 €...!!!
Uno sforzo immane (siamo un Associazione Culturale senza scopo di lucro) per offrirvi un cartonato a colori di 100 pagine ad un prezzo minore di quello di un brossurato standard da fumetteria, per venire incontro a nuovi lettori ed a voi che avete già l'albetto (fatevi due conti e ci arrivate da soli, care testine). P.P.S. ... in fumetteria costerà 12 €, sappiatelo.

- le pagine sono più alte di ben 1 cm. (questa non ve la aspettavate eh..?)

- ci si fa dedica e disegnino (con cazzi o senza, a discrezione del pubblico)

- oramai le prime 30 tavole (nella versione non aggiornata) si trovano GRATIS da leggere e rileggere sul sito di ANNEXIA (e di Giorgio Rebuffi, nostro mentore e maestro, è bene ricordarlo) www.ottag.it

- è il primo fumetto in Italia ad essere GAY FRIENDLY, anzi, decisamente di più... è il primo fumetto BEAR FRIENDLY di supereroi prodotto in Italia.
Con tanto di eccellente intervento critico del signor Filippo Messina.

- l'albo vede la partecipazione straordinaria di Bob Callero (non sapete chi è...? Andate a studiare, animali!!!) che già da solo vale il prezzo di copertina...!

Vi aspettiamo numerosi.

30.9.12

EIDOS



"IDEA", EIDOS, viene da IDEIN, "vedere", si riferisce a un sostantivo con due significati:
- una cosa vista come forma
- un modo di vedere, una prospettiva

Le nostre invenzioni quotidiane cominciano come idee da cui successivamente deriva il potere materiale.
Ciò che non coincide è pensare ad un inventore come a un individuo prigioniero di altrui ignoranze, inerte, stressato, rabbioso, "grasso come il burro credendo d'esser potente come un fucile" citando Goering.
Il fatto che oggi ci immaginiamo come una nazione di vittime generiche denota il vuoto spirituale della nazione stessa.
Certo, non siamo un popolo che la sera tira tardi a parlare del sol dell'avvenire, preferiamo piuttosto obliare il vittimismo stesso con la collaudata ricetta tutta italiana a base di chiappe, calcio, gossip, PadrePio©, melodrammi e tragedie.

Osserviamo ancora l'idea, stavolta in trasparenza.
Ci si trova spesso convinti, da un'umanistica illusione, di esser noi a crearle con la nostra testa unica e irripetibile, con lo sghiribizzo egoico e spocchioso di chi è convinto di metter a guinzaglio la libertà del fulmine, ma: "Noi siamo vissuti dai poteri che vogliamo far credere di capire" (W. A. Hauden)

L'idea è immortale, non si abbatte, contrariamente allo stanco ideatore.
Al massimo, se dovesse soccombere, cambierebbe semplicemente veicolo, strumento, contenitore.
E continuerebbe a vivere indisturbata per decenni in qualche ripostiglio della mente, pronta a spuntar fuori a cambiare visioni, a darci una sveglia all'improvviso.

Ma domani..?
Saremo alfine stanchi degli ambiti mentali ai quali siamo affezionati e pronti alla devastante forza distruttiva delle nuove idee..?
Certamente non applicabili in prima battuta sul territorio italiano, oramai ampiamente contaminato dal vuoto e dall'inerzia.
Ma c'è tutto un mondo intorno.

4.9.12

EPICO SUPEREROICO


Chi è Talia..?
Chi è Harvey Dent..?
Quanti ricordano il ruolo di Ras Al Ghul..?
Quale è stata l'evoluzione di Gordon..?
Ricompare lo spaventapasseri..?
E la bellezza del vecchio rispettoso e commosso Alfred, sempre più preoccupato ed apprensivo..?

Insomma, se non si conosce un poco la mitologia del pipistrello fumettistico e non si ricordano bene i due film precedenti, non si può godere appieno la nuova pellicola.
Proprio per niente, nossignore.

Il film di Batman, il terzo della trilogia di Nolan, è quanto di meglio e adulto sia mai stato fatto sull'argomento cinecomics sino ad oggi.
Una parola definitiva e difficilmente superabile, se non da Nolan stesso.
Solo lui potrebbe evolvere ulteriormente il ruolo supereroico in modo serio e distaccato, ma dubito che lo faccia.
Pare che la trilogia sia compiuta e terminata l'avventura con il pipistrello.
In effetti con un finale del genere.

Ma alcuni si sono annoiati, lamentati, rimasti titubanti, pensierosi.
Che era troppo lungo, o con parti inutili, o troppo light il cattivone Bane che non è abbastanza descritto, approfondito e nemico come lo fu il Joker.
E meno male, mi permetto di dire.
Qui il nemico super non c'è, il male è qualcosa di più largo concetto, sono i soldi, la politica (a tutti i livelli), il potere.
E poi il film con il clown psicopatico nemesi del pipistrello ed arcinemico pericolosissimo è stato già fatto.
Che senso ha farne un'altro simile o riecheggiante..?
Bravo Nolan. Epico.

E poi, in fondo è un film sui supereroi dei fumetti.
un eccellente film di genere che si proietta verso qualcosa di archetipico.
Che tende spavaldo ad una mitologia della morte, del dolore e dell'espiazione.
Tutte tematiche che amo e, mi rendo conto, possono non incontrare il favore e le emozioni di molti.

D'altronde non è semplice rendere credibile un eroe dei fumetti.
E i gusti sono gusti.
Guardiamo gli altri film fatti sino ad ora, quali orrori inutili e dimenticabili.
Il ridicolissimo Capitan America, il finocchissimo bamboccione Thor, gli ultimi pallosissimi Superman, gli inutili piattissimi Vendicatori, il senza storia Ghost Rider etc etc etc.
Che invece hanno fatto la gioia di milioni di appassionati..!
Personalmente, gli unici film di genere calzamaglia e/o supereroi che mi hanno sino ad ora garbato e che considero divertenti e degni di una visione sono stati solo i due Hellboy (perchè non si prende sul serio), i primi due X-Men e i primi due Spider-man di Raimi.
Insomma, non a caso sono trattamenti diretti da registi di un certo livello immaginifico e descrittivo.

Ecco, divertente l'ultimo Spiderman con Lizard. Non mi ha annoiato.
Nonostante la pioggia di critiche negative dagli addetti ai lavori, io spezzo una lancia a favore.
Perlomeno si sono sforzati di confezionare un film abbastanza Nocturniano (chi mi capisce..?).
Un film che può interessare anche un fanciullo e un adolescente un poco cupo.
Anche se Raimi è altra storia, un raffinato giocattolaio, ci mancherebbe.

Bene, basta così.
Se lo andate a vedere, documentatevi un minimo, almeno sulle pellicole precedenti giusto per collegare personaggi ed atmosfere, altrimenti accontentatevi delle Scamarcionate italiane in uscita a SetteNbre ed il meraviglioso mondo del digitAnale terrestre (...anche se, vi dirò, il trailer di "E' stato il figlio" per la regia di Daniele Ciprì mi ha ispirato particolarmente. D'altronde Cinico TV ha avuto un senso).

26.7.12

VUOTI A RENDERE



Quel che hanno fatto della cultura non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
Eh si, lo so, è vero, mi rendo conto, ripeto sempre le stesse cose come un disco (dis)incantato.
Ma il conclamato gravissimo disastro è quanto mai pericoloso.
Orrendamente acuito dall'inesistente cibo mentis dedicato al fanciullo.

I bambini non hanno niente da leggere = il futuro è morto

No, neanche l'uomo ragno possono leggere, come ai nostri tempi della Corno, tanto meno gli altri supereroi.
Troppa continuity, se prendi un albo a caso in edicola, oggi, non ci capisci nulla.
Saghe (e seghe) troppo lunghe, spalmate su 6/8 numeri, continuity a parte.
A livello educativo, evocativo e immaginifico vale zero.
Anche se pieno di eccellenti professionisti, la meraviglia semplice ed estetica di KirbyRomitaColanBuscema non esiste più. Ma quello è anche giusto così. Forse.

Cosa rimane..?
Il Giornalino non fa testo.
Fumetti di preti simpaticoni ma oscurantisti e medioevali spot sull'amicone Jesus, li brucio in toto.
Un bel falò come buonanima Giordano subì e bestemmioni vari.
E l'auspicio che il Vaticano possa cadere quanto prima.

Bonelli e bonellidi non riesco a consigliarli a nessuno.
Disney non la prendo neanche in considerazione.
Diabolik invece lo propongo anche ai bimbi.
E anche NIRVANA.

Ciò che resta sugli scaffali appesantiti da DVD, borsefrigo e CrocifissiDaCollezione, sono glaciali paginette allegate a gadget.
Paginette con mediocri fumettini di 5/8 pagine, una precoce eiaculazione narrativa.

Perchè l'importante è far leggere poco i nostri ragazzi, cosicchè possano immediatamente tornare all'amata lobotomia del videogame (che coglie anche gli adulti, beninteso).
E chi non ama i videogiochi non s'allarmi, può rimbambirsi con infinite repliche di cartoon 24oresu24 sui tanti nuovi canali digitali.
Si, certo, meglio imparare a memoria i dialoghi di Gumball (il migliore tra i cartoni dei palinsesti), SpongeBob e Mucca&Pollo che l'attodidolore, of course.

Ma meglio e più sensato sarebbe stato che, visti i 60 anni di Tiramolla, qualcuno si fosse degnato di chiamare per proporre la stampa di un bel librozzo celebrativo sul personaggio.
Sulla nascita di un personaggio emblema del fumetto comico italiano e che conoscono anche i sassi.
Perchè magari, entità enormi come Rizzoly o Mondadory, avrbbero diffuso il cartaceo meglio di quanto possa io con ANNEXIA.

Ma invece niente, ci pensiamo, al solito, io e Giorgio, e i coraggiosi onesti appassionati collaboratori che da sempre ci spalleggiano nella ventura.

Attenzione, io sono ben fiero ed onorato di curare e mandare in stampa un volume di tal livello, per carità.
Capirete però che la cosa suoni piuttosto surreale.

Il volumotto, comunque, sarà generoso, come d'abitudine.

Nel frattempo, in Francia, le cose andavano e ancora vanno, diversamente...

9.6.12

MUSICARELLO ITALIANO


Sei un musicista.
Sei uno figo.
Allora sei uno che piace alla gente, uno divertente.
Allora dai, vieni nel mio locale a suonare.
Quanta gente mi porti...?

Prima si poteva parlare quasi di un lavoro.
Aveva senso suonare e sbattersi per farlo, si osava pensarlo in un divenire costruttivo, perlomeno nella stagione estiva, ricca di feste di piazza e festival di vario spessore.

Alla luce scura dei nuovi andazzi del BelPaese, essere musicista oggi ti piazza direttamente alla stregua di un cane senza fissa dimora.
Attenzione, non di un cameriere di catering o barista del locale ove ti esibisci, che comunque ha accesso al bar, al cibo che gli garba, e mal che vada saranno di sicuro pagati all'ora per il servizio della serata. No.

Si è divenuti, nel tempo, come docili animali da compagnia, anche vagamente rompicoglioni e invadenti, che se ti allungano un poco di pasta su un piatto di carta è tutto grasso che cola.
Una bottiglia di vino cancarone..? Un lussuoso privilegio.
Si deve essere, però, sia ben chiaro a tutti, a disposizione per un intero pomeriggio/sera ad un prezzo stracciato, ridicolo, insultante.
Dopo ore e ore di prove, dopo il tradizionale carico/scarico strumentazione dal furgone (con sole o pioggia non importa) e tutto il resto.

Per quanto riguarda il prezzo, che sia un amichevole elemosina o meno è frutto della cattiva abitudine di considerare il musicista un simpatico e strano personaggio che si diverte a priori, e diverte anche il pubblico intrattenendolo...
Si potrà quindi, per la tranquillità della massificata percezione popolare, fare a meno di ragionevoli cachet, perchè la soddisfazione personale, di questi tempi straniti, è già un bel pagamento. Soprattutto in virtù della grande tradizione cattolica italiana basata sull'inadeguatezza, sulla vergogna e sul sacrificio.
Oppure, se il gestore del locale è un amico con cui si ha piacevolezza d'intenti, allora posso essere io (e solo io, nel senso di gruppo che suona) ad accondiscendere, contrattare, accettare un compenso sotto il livello normale. Per amicizia, stima.

Ma quest'ultima opzione suona romantica, rara... e in giro ci sono personaggi ben peggiori.
Persone che hanno imparato dai figli di puttana professionisti ad approfittare banalmente dalla mitologica, insormontabile CRISI d'inizio secolo, dimezzandoti il cachet e pretendendo corteggiamenti e salamelecchi con mezzo metro di lingua fuori, perchè comunque ti fanno suonare. Ti danno un senso. Altrimenti tanti saluti e te ne stai a casa.
Chiameranno piuttosto il ricco, annoiato personaggio, che è magari anche loro cliente abituale, che verrà a suonare anche gratis, uccidendo così ulteriormente, un mercato già cimiteriale.
Tanto ci sarà sempre, un Bertoncelli o un prete, a sparare cazzate.

Non mi dilungerò sulle nuove razze in voga dagli anni '90, di nuovi spietati gestori, che tengono su vassoi d'argento mitologici DJ perchè gli riempiono il locale e le casse di consumazioni.
Una logica esclusivamente basata sul profitto, che premia solo il quantitativo di pizze, birre e panini scontrinati in cassa, al posto di una costruttiva proposta culturale.

FORSE NON TUTTI SANNO CHE, SECONDO LEGGI VIGENTI, L'ESIBIZIONE DAL VIVO IN UN LOCALE PROVOCA UN ABBATTIMENTO DELL'IVA ALL'ILLUMINATO GESTORE DEL LOCALE.

Vi siete mai domandati come mai in molti locali, è possibile trovare personaggi con una tastierina, nascosti da un lato, in ombra, che fanno finta di suonare ma mettono in realtà dischetti registrati..???
Ricordiamoci sempre che in questa caricatura di paese, ogni leggina che i parlamentari ci donano, viene subitamente aggirata.

Da qui lascio l'intelligenza di ognuno, meditare opportuni pensieri.

Anche per questo l'Italia è un posto culturalmente impreparato al futuro e peggiore di prima.
La scusa della crisi è allettante per tutto il sistema parassitario che fa del profitto (costruito ad arte sul culo dei miserabili, musicisti in questo caso) l'unica ragion d'esistere.

Anche per questo motivo, potrà sembrar banale, sono meno felice del mio paese d'origine.
C'è da dire che in altre nazioni NON è così.
Basta saperlo.

3.6.12

KAROSHI



Cari tutti, reputo sensato proporvi uno scritto del mio amico Luciano Ventriglia.
Animale con cui mi onoro di condividere il palco in vari concerti, in teatri e piazze, nell'ultimo decennio.
Si, è un poco lungo ma non fa nulla.
Chi lo riterrà necessario arriverà fino in fondo.
Gli altri possono comodamente tornare a pensare a come andrà l'estate in Costa Smeralda ed ai duroni di Flavio Briatore.
Buona lettura.


LA STAGIONE DEL SUICIDIO E IL LAVORO ETERNO

Una volta si lavorava come muli da soma. La terra è bassa, le schiene si piegavano e si spezzavano.
Poi è arrivata la rivoluzione industriale e la produzione massiva di beni di consumo. Le civiltà si sono supposte civili ed hanno permesso al lavoro di trovare una sua regolamentazione, ma ci si spaccava comunque in quattro; era cambiato solo il contesto. Le lotte sindacali e le conquiste democratiche, assieme all’avanzare delle tecnologie, avevano poi toccato l’apice delle vittorie sul piano dei Diritti civili negli anni del boom economico e successivi. Fu così che qualcuno riuscì ad andare in pensione ancora giovane.
Io appartengo alla generazione che ha visto i propri padri lavorare fino all’età di 55, 60 anni. I più furbi e fortunati a quel tempo riuscivano a farlo anche senza superare i 50 anni. Ai miei occhi di studenti questi erano i vecchi, i vecchi del mestiere. Una volta non troppo remota, quindi, i vecchi del mestiere sui luoghi di lavoro guardavano avanzare i giovani neo assunti, i quali (ne erano consapevoli), li avrebbero presto rimpiazzati; il ricambio generazionale era una certezza. I vecchi alzavano le spalle e sospiravano, consapevoli di aver fatto il loro tempo, e sbottavano un pò rammaricati e un pò compiaciuti di aver guadagnato e raggiunto il sospirato riposo della pensione. Usciva dalle loro bocche un rassegnato e sardonico "dentro i freschi!". Si sentivano sostituiti, non messi da parte e rottamati! Era un moto di rassegnazione sereno, che stava nell’accettazione dell’ordine delle cose, un’altra stagione della vita. La logica normale del turn over. Quindi si arrivava alla pensione, per tutti era giusto così; inoltre a quell'età è legittimo dichiararsi stanchi e reclamare il fatidico "sotto i freschi".
Beh, si va in pensione sì, ma si è ancora buoni a godersi il proprio tempo ed i prima preclusi piaceri della vita. Anche la vecchiaia poteva essere interessante, molte cose c’erano ancora da fare: il nonno – ad esempio e innanzitutto! Poi qualche sport estremo, chessò, le bocce, nei cortili dei bar del quartiere, alla fine per gradire una bella briscola condita di parolacce, calcio fresco e un gotto di rosso cancarone con gli amici vegliardi prima di andare a cena e poi a letto, dopo Maigret e Rischiatutto. I più” adventures” trovavano nella quiete della campagna e nella cura dell’orto un piacevole distensivo. Queste visioni, con le quali io sono cresciuto, non esistono improvvisamente più! Spazzate via in un attimo. Così i giovani di oggi non ricalcheranno la strada dei loro padri e il futuro sarà un futuro diverso. E anche i loro padri non avrebbero creduto possibile che il futuro vivere, per i propri figli, sarebbe stato più difficile e duro di quanto spettò a loro. C’era a quel tempo una stagione sofferta, di comitati di fabbrica, di attentati terroristici, di cortei e rappresaglie, di stratificazione sociale in classi, ma c’era anche partecipazione e un certo fervore ottimistico di credere nel domani. Solo 30 anni fa il tempo nel suo scorrere sembrava più umano, quasi preistorico se visto con gli occhi di oggi. C’era sempre anche il mugugno selvaggio accompagnato dal famoso sbotto da treno “piove: governo ladro”. Mentre tutto ciò accadeva i padri raggiungevano mete impossibili oggi per la loro progenie. Gli obiettivi delle vite di allora parevano e si concretizzavano possibili e normali: prender casa, comperare l’automobile FIAT, dar da mangiare alla propria famiglia (nuclei di 5 o più persone), portare tutti in vacanza una volta all’anno, tutto questo col solo reddito del capofamiglia e finendo il proprio ciclo sociale senza lasciare debiti o mutui trentennali da estinguere. Nessuno poteva prevedere una così forte e accelerata discontinuità del presente di oggi col presente di allora. Siamo giunti – in un relativamente brevissimo arco temporale – dall’Italia “mafia-spaghetti-mandolino” all’Italia che perde il lavoro e si suicida, oppure lo mantiene ad ogni costo, fino a tornare a spaccarsi la schiena e lo stomaco a furia d'ingoiare bocconi amari e rospi grossi come polli. E’ troppo schiacciante la paura di perdere tutto, di finire sul lastrico, di fare la fine di quello sui titoli di cronaca nera. Si accetta d'arretrare e perdere conquiste e Diritti piuttosto che affrontare la perdita totale di reddito e di dignità. La strage della follia, il gesto estremo, il suicidio e il tentato suicidio. Nessuno poteva prevedere allora, all'epoca di Mazzola, di Baggio e Paolo Rossi, un’evoluzione così fortemente involutiva! Oggi, smanettando sul web, ho scoperto che esiste un termine che non è “mobbing” per definire lo sfruttamento sul lavoro di uomini e donne (finalmente hanno ottenuto anch’esse la dignità di un reddito autonomo), i quali lavorano a tutto spiano sottopagati per poter vivere dignitosamente in nuclei familiari sempre più piccoli, perché sempre più grande è la paura di metter al mondo i propri figli. Il termine è nipponico: Karōshi, dal giapponese morte per eccesso di lavoro! Bisogna ancora coniare un termine per definire morte da suicidio per la perdita di un posto di lavoro, della vergogna davanti alla propria famiglia di non saper mantenere e proteggere la propria casa e la dignità, di fronte a debiti che schiacciano e non si sa da che parte arrivino! Quindi in una delle civiltà più avanzate e ricche dell’economia planetaria, il Giappone appunto, accade che si muoia a furia di lavorare 11 ore al giorno, con 6 ore di ferie all’anno. Altrettanto seriamente i nipponici monitorano questi fenomeni sociali, restituendo la stima del paese che detiene il record di suicidi tra la popolazione. Il fatto preoccupante è che tutto ciò che accade nei paesi faro dell’economia capitalistica poi viene importato e adottato dai paesi gregari quali appartiene da sempre l’Italia. Già abbiamo incominciato le manovre di allineamento, infatti (ma questo già a livello europeo), ci si impone di andare in pensione sempre più tardi. Arriveremo a morire mentre lavoriamo, risparmiando all’ente di previdenza di dichiarare apertamente il fallimento. L’Ente però continuerà a vivere, per apparire sintonico alle norme di un paese cosiddetto civile. Dopo alcuni anni di questo trend i bilanci passeranno da rosso a verde, come i semafori! E poi, non solo andiamo in pensione sempre più tardi e sempre meno, ma anche sempre più malati, perché costretti a vivere in questo delirante modernismo, che impone ritmi inumani ad una sempre più effimera quotidianità, e getta nell’accelerazione impazzita i destini di milioni di persone. Per questo motivo i nuovi vecchi non godranno mai dei “privilegi” (oggi si possono chiamare così) dei vecchi vecchi. Si rimane al lavoro fino ad età impensabili, ci si ammala nel corpo e nella mente (cuore, stress, depressione), perché il tempo prevarica sul tempo. Tutto è concitato, accelerato, irraggiungibile. Il tempo non scorre più armonico. Dalla sua comparsa, da quando è stata inventata, è la macchina che detta il ritmo all'uomo, e non viceversa. Le società sono sempre più competitive e litigiose, i fanatismi sono sempre più settari e pericolosi, tutto è misurato sul parametro di redditività nell’unità di tempo e di costo. Ci raggirano con termini altisonanti: il benchmarching, la perfòrmance, lo spread... che se un giorno non significano nulla il giorno dopo sono già nel dizionario parlato del giornalaio, del fiorista, del barista, del benzinaio, già tutti esperti in una sola notte di gestione aziendale e di Economia. Dopo anni d’imbelle spreco oggi si risparmia su tutto, scaricando le colpe su chi ci ha preceduti. A me personalmente è preceduto mio padre che ha avuto il merito di crescere tre figli orgogliosamente con le proprie forze. Oggi non ho ereditato da lui né un forziere di dobloni, né una villa in costa azzurra. Lavoro, come fece lui prima di me, e l’ho guardato tante volte, mio padre, e v'assicuro di averlo visto ben attento a mai sprecare nulla, anzi, era il Mc Gyver della riparazione low cost; con un foglio di giornale e il fil di ferro ricavato dal tappo dello spumante riparava la mantovana delle tende in salotto, con mio stupore e somma roconoscenza di mia madre che riconosceva in quel lavoro lo spirito del vero uomo. Poi ricordo che mia madre non entrava a prendere da bere al bar perché costava troppo e non ce lo si poteva permettere. Mania che le è rimasta anche adesso. Ne ha fatto uno stile di vita, altro che spreco! Quindi chi ha sprecato cosa? Chi ha tratto ricchezza e agio dagli sprechi di chi? Chi ha ingannato e tradito la fantasia e l'estro dei riparatori come mio padre, su cui l'amatissimo Lucio Battisti compose anche una canzone... QUEL GRAN GENIOOO DEL MIO AMICOOO...
Eppure oggi scendono in campo gli esperti, e zac zac… dal dottor sottile allo spietato banchiere contabile assistiamo ad un arretramento pauroso e a docce gelate che cascano a pioggia sulle teste in basso: oggi a me, domani a te, infine a tutti quanti. Così non ci sono più posti negli ospedali e al pronto soccorso scarseggiano garze e bende; molti non se ne sono ancora accorti ma io ci sono passato e sconsiglio di cuore a tutti di farsi male con troppa facilità (chi non crede o a chi suona parossistico chieda a qualche amico o amica che lavora nella sanità). Aumentano i controlli e le repressioni a botte di automazioni e telecamere (la tecnologia e le macchine vengono usate per produrre anch’esse denaro ed infelicità; anziché usare la teconogia, farla lavorare per l’uomo e al posto dell’uomo, l’uomo la usa contro sé stesso). Si moltiplicano le regole, le sanzioni penali e quelle amministrative, senza ottenere in cambio più legalità (il codice della strada è stato oggetto di mille e più rivisitazioni, così come altre leggi e leggine, mentre sono ancora in vigore alcuni decreti Regi). Le tasse nazionali e locali sono impennate e molti calcolano i centimetri che rimangono al cappio per respirare. Ogni 20 del mese si entra in camera iperbarica ad aspettare che il mese finisca. In nome della contabilità di cassa il sistema sociale produce mostri, come le Agenzie di riscossione coatta, capaci di togliere la casa ad un pensionato per insolvenza, e metterlo in strada senza tanti scrupoli e complimenti. I Governi tagliano indiscriminatamente sulla spesa, migliaia di persone perdono il lavoro, Comuni e Enti Locali sono allo sbando e le privatizzazioni erodono le politiche di welfare, l'unico riparo nel mondo cinico a sostegno alle fasce deboli. Presto verremo aggrediti per rapina ai semafori da clochard nuovissimi, che solo ieri erano i nostri vicini di pianerottolo, i vicini caduti in disgrazia. Presto ci sarà una lotta per la sopravvivenza e i suicidi aumenteranno. L’insostenibilità di adeguarsi ad un repentino cambiamento verso il basso della propria qualità di vita è un passaggio sociale al quale gran parte della popolazione non è per nulla preparata. L’italiano medio ha ancora negli occhi l’edonismo plastico dell’era craxiana, al quale si è succeduto lo stato di ipnosi collettiva della videocrazia berlusconiana, col suo irrisolto ottimismo arricchito di conflitti d'interessi e orgette. Abbiamo ancora negli occhi le battute del Gabibbo e di tutta la TV d’intrattenimento; crediamo ancora alla Pubblicità e a quello che dice la TV, il nostro più potente oracolo dagli anni '50. Acquistiamo ancora beni di lusso, come se fosse ieri, e per riuscirci ci impicchiamo all’albero sempre verde delle banche; crediamo ancora all’illusione di un mondo possibilista che premia i meriti e le virtù e ci inerpichiamo in impossibili tentativi di apparire felici, mentre mettiamo a perdere l’amico dell’amico per ottenere di favorirci nel fare le scarpe a questo e a quello, nostro pari, che nel frattempo fa altrettanto. L’apparenza vince ancora di gran lunga sulla sostanza e i mali estremi degli ultimi anni, come la crisi economica, i licenziamenti e la perdita di tante attività, la fuga dei cervelli, i tagli alla cultura e alla scuola pubblica, l’arretramento di molti diritti sociali acquisiti dalle lotte di classe negli anni 70, l’erosione delle libertà collettive e individuali planetarie post 11/9; i terremoti nazionali e internazionali, le alluvioni, le stragi, gli incidenti, hanno scalfito solo leggermente la patina spessa dell’inconsapevolezza. La gente si abbevera ancora all’informazione dei mass media, ignorando il numero di saracinesche che non si rialzano al mattino e sminuendo la portata dei pochi e strozzati scandali che vengono a galla sulla malagestione della cosa pubblica, sul controllo stereotipato dell’informazione, sull'accaparramento e le balle pazzesche dei politici. Ci si illude – è preferibile – che gli scandali siano eventi isolati. Si crede ancora, con una ingenuità da anni 60, alle lusinghe degli imbonitori, specialisti nella vendita della mezza quota piena del bicchiere. Poveri i nostri vecchi, che credevano di spaccarsi le ossa per il futuro migliore, poveri noi quando allora studenti non sapevamo che non sarebbe stato così, poveri i papà di oggi, che hanno accumulato più amarezze e più sconfitte e fallimenti della classe che li ha preceduti, e non raggiungeranno mai i traguardi raggiunti dai loro padri. Poveri i nostri figli, che non hanno un orizzonte certo del quale illudersi, come avemmo a nostro tempo noi guardando i vecchi al bar, e poveri gli ignari, gli illusi, che sono e vogliono restare tali; poveri anche i ricchi che per rimanere ad esserlo dovranno calpestare molte teste, e se avranno una coscienza dovranno con essa litigare; poveri gli esodati e quelli che pregustavano di ritirarsi e che invece devono rimanere altri due anni, poveri i CoCoCo i CoCoPRO, e quelli che inventano queste cose; poveri quelli dei call center, poveri tutti i precari ai quali è precluso il mutuo ed ogni progetto di vita; povero me, che non penso in questo momento che ad un angolo ristretto di mondo, dal mio piccolo punto di vista. Un'unica consolazione: la speranza che noi si sappia spiegare tutto questo molto bene ai nostri figli, così che quando saranno loro domani la classe dirigente, vedano il futuro con un’idea di progresso diverso. Che abbiano la forza e le capacità di intuire e creare una nuova formula che non finisca come la nostra nel calderone dei soliti scoloriti corsi e ricorsi della Storia! Ma nulla ci può garantire che la nostra buona fede a spiegare loro certe cose non verrà poi vista da loro nel futuro attraverso la stessa lente con la quale la memoria mi riporta al Bar Lux di S. Fruttoso, in mezzo alla caciara delle briscole dei vecchi reduci dalla sfida di bocce.

Fine del sermone, siete stati stoici, possiamo tornare a stenderci sul divano di fronte a striscia la notizia.

Amen.

LUCIANO VENTRIGLIA

2.6.12

VISIT ITALY


Quindi, dicevamo...

Il paese è in ginocchio ma noi abbiamo i pantaloni lunghi e non ci roviniamo le rotule.

I morti per il terremoto dell'Emilia stanno bene anche loro perchè, trapassando verso la vita eterna, stanno meglio di prima, chiedetelo a loro se non ci credete: chi tace acconsente.

Nella italica valle di lacrime stanno crescendo nuovi alberi di frutta secca.

La moda vive la nuova orripilante ondata degli anni '80 e non c'è una sega da ridere.

Le troie sono sotto casa, come prima, come domani.
I figli di troia sono sotto casa, come ieri, come domani.

Woody Allen ha rotto la minchia.

State molto attenti agli integralisti cattolici, travestiti da blandi conoscenti, che vi parlano dei 10 segreti delle madonne che compaiono ai veggenti dei luoghi preferiti dal Sig. Paolo Brosio.

La mistica che i cattolici proiettano nei loro luoghi spirituali è identica a quella che una famiglia di babbuini sente nell'albero dove vivono.
Solo che i babbuini non vanno in giro a rompere la minchia ai cattolici.

Vale la pena di vedere "The Artist", pellicola raffinata e non banale, ovviamente francese, in ItaGLIa torna al cinema JerryCalà con l'ennesimo flop.

Più quel che dici è stupido, banale, ridondante, più affascinerà l'uomo della strada, bisognoso di specchiarsi nei tuoi occhi televisivi, ridenti e digitali.

Il successo planetario di una pellicola anticinematografica come The Avengers la dice lunga sulle profezie Maya.

Sono contento di poter godere di un nuovo film di Haneke.

X-NERD - PRIMA CROCIATA sarà pubblicato in versione integrale completa dall'Associazione Culturale ANNEXIA, con un volume di 100 pagine previsto per Ottobre 2012.





29.4.12

L' EGO NEL FANCIULLO



Ma si, ma si, prima o poi ricomincio a postare qualcosa sul blog.
Ma non ancora, non prestissimo.
Ma due parole le posso dire, ora, su una robina che mi ha schifato parecchio. 
L'uso SEGAIOL-ACCUSATORIO di humano contro humano, collega vs. collega, che la stragrande maggioranza dei blogger, fa.

Si sono moltiplicati i pulpiti, le prediche.
 Gli opinionisti e gli adoratori pecoroni (tra cui ritrovo insospettabili amici che mai avrei pensato...), i censori, gli accusatori e i gregari, le lapidazioni e i lapidati.

 Bisognerebbe fare un fumetto gioco tipo: "Trova tutte le vignette ispirate ad altre vignette..!".
Non si vince un cazzo però, solo tanta angoscia all'accusato e urla da stadio tutt'intorno.
Un inutile concorso per stimolare gli investigatori in erba e gli onanisti ossessivi e dargli illusion d'esser gladiatore acclamato nell'arena della giustizia.

Perchè tutto questo, dietro, nasconde un senso d'inadeguatezza, di grave infantilismo, di cazzo piccolo, di schizoide spaccaminchia di matrice nerdista, di paura di restare soli, dimenticati, di morire.

E tanti di questi bimbi, ahimè, detengono il monopolio dell'opinione web, che, evidentemente, intellettualmente, vale poco o niente.

Che si denuncino cose serie e pericolose e non si perda prezioso tempo con minchiate. 

Ecco, questa la mia INUTILE eiaculatina sui fatti.
Non ho neanche goduto nel scriverla...

23.4.12

V'è LENO

Litri e litri di veleno vedo correre sotto i miei piedi. Ma anche a destra e a sinistra. In alto. In basso. Che senso ha la rete ammorbata nell'infinito dibattito del mettersela nel culo..? Perchè l'opinionismo di pochi deve diventar legge potenziale..? Quanto il malessere personale deve per forza tramutarsi in lamentela ossessiva..? Che noia. Che lieve delusione.

5.3.12

IL SENSO DEL NIRVANA (aggiornato)



Che in edicola non ci sia più una sega (di nuovo e mai visto) da leggere periodicamente, da almeno un paio di decenni, è dato assodato.
Un certo tipo di pubblico, a cui non basta un intrattenimento fotocopia, nulla è dedicato, per inferiorità numerica (del pubblico) e preciso intento di insultare (prima) ed eliminare (dopo) intelligenza, pensiero, creatività, idee, esigenze.

Di veramente rivoluzionario in edicola in tutto il periodo sopracitato è uscito unicamente il NAPOLEONE di CARLO AMBROSINI, e poi, il suo JAN DIX, dove l'autore riesce a coniugare brillantemente filosofia, noir, mito, arte e psicoanalisi junghiana con il fumetto popolare, rendendo accessibili e stimolanti alcuni concetti che nella vita non a tutti è dato di ponderare, tantomeno assimilare. Superfluo consigliarvi di recuperare queste testate sulle bancarelle dell'usato...

Oggi però un eccezione, con ben altri intenti filosofici e psicoanalitici, c'è: NIRVANA di Pagani Emiliano Maria e Caluri Daniele Adolf.
Un fumettino volgare (ma non gratuitamente), zozzone quanto basta, pagine in un sobrio bianco&nero che trasuda ormoni maschili, sudore d'ascelle e raffinata nobile virilità, oltre ad essere disegnato con le palle dodecagonali da Adolf Caluri.



Un albo ed un esperimento (anche narrativo, infatti i lettori medi non ci capiscono una sega nulla), ahimè, non gradito a tutti gli addetti ai lavori, a molti snob intellettuali rimbambiti dal concetto oggetto graphic novel, agli opinionisti guru trascinatori di folle, che vedo parlarne male sui loro siti, o non parlarne per nulla (ancor più grave).
Perchè Panini Comics (che produce e manda in edicola il tutto) sta sul culo a tanti.
Non mi sembra un motivo serio e sufficiente per non spingere una serie che invece meriterebbe d'esser distribuita gratuitamente all'uscita delle scuole..!

Si, va bene, è vero, quelli di Panini, secondo la mia visione di comunicazione e strategie di marketing, ha esagerato nel presentare al grande pubblico la serie con strilli pirotecnici e paroloni ridondanti (ma lo fa con tutti i suoi prodotti in realtà). In una società dove qualunque cosa viene proposta come geniale, bellissima, indispensabile, la migliore, morire dal ridere, astro nascente... certi modi son venuti a noia anche al popolo, figuriamoci agli addetti ai lavori che non vedono l'ora di sputtanare due "colleghi", per invidia, per ubriachezza d'ego.
Colleghi di cui non possiedono neanche un unghia, precisiamo...
Ma intanto Panini ha avuto il coraggio di farlo, gli altri chiacchierano e si fanno le seghine, producendo (semmai producano fumetto italiano, perchè non è detto...) cose viste, riviste, straviste: DUE COGLIONI.
Come si dice... è facile essere finocchi col culo degli altri.
E poi la cover speciale (da fumetteria) del numero uno in ODORAMA, che se gratti il culo dell'ippopotamo puzza di merda, non l'ha fatta, e mai più la farà, nessuno..!!!
Nessuno.



Insomma che leggendo questi primi tre numeri (cioè metà della miniserie bimestrale fino ad ora uscita) abbiamo capito come gira la vicenda (che non ve la racconto, ve li andate a comperare e ve li leggete, cazzo di pigri viziati che non siete altro) e si ride (ho riso) parecchio, di gusto, alle lacrime, e soprattutto ridendo all'aria aperta vicino a vecchie babbione sbigottite e ebeti genovesi tristi e invidiosi del riso altrui.
Solo però se siete capaci di ridere, allora NIRVANA avrà effetto.
Se avrete educato e raffinato, cammin facendo, il vostro essere alla meraviglia, ad un certo tipo di umorismo che, mi rendo conto, è per alcuni ma non per tutti.

Eh si... perchè c'è da aggiungere che, soprattutto nel nord Italia, non essendoci MAI stata un educazione all'umorismo, si è persa la gioia di ridere (preferendo un cabaret usa e getta fatto di idiote litanie televisive e fica, che è un po' come preferire un DJ alla musica dal vivo...), si è rarefatta la leggerezza, s'invidia chi si rallegra.
O meglio, s'invidia l'altro a causa della propria incapacità ed inadeguatezza alla vita.
Ma questo è un altro discorso di cui nessuno si accorge.

Oh, intendiamoci, troverete in rete anche delle recensioni positive.
Ci mancherebbe altro...
Esiste anche un'umanità che capisce l'intenzione e si gusta la vita.



Infine costa veramente un'inezia: 2 euro e 90 cent.
Andate in edicola miei cari 4 gatti che leggete questo ridicolo blog, che seguite le mie inutili eiaculazioni scritte.
Comperatelo, leggetelo e recuperate i vecchi numeri in fumetteria.
Vi farete del bene, vi farete del ridere.
Lasciateli stare quei noiosi boriosi, vittime e cause dei propri velenosi (per loro stessi soprattutto, a noi c'importaunagrandissimasega) malesseri, non vi fidate delle recensioni negative a prescindere.
Toccate con mano.
Masturbatevi con allegria liberatoria.


Dott. Montagliani
Odontoiatra dell'ippopotamo Stefano.




PS - Questa la cover del numero attualmente (e per un paio di mesi) in edicola.


MA... ULTIM'ORA..!!!!!!!!
ATTENZIONE, ATTENZIONE..!!!


Ecco, non posso esimermi dal donarvi quest'ultima perla sulla percezione d NIRVANA da parte dei colleghi (che sono professionisti del settore eh... sia ben chiaro).
Alcune ore fa, incontro in piazza De Ferrari a Genova, un collega soggettista/sceneggiatore che considero pignolo, incontentabile e rompicoglioni ma con buone idee.
Un uomo che lavora soprattutto in Francia, avendo sfanculato tutto il comicdom italiano.
Per questo da me ancor più apprezzato, perchè ha saputo riciclarsi all'estero con un certo stile.

Insomma che, mentre mi racconta le sue ultime vicissitudini editoriali mi dice:
"Sai, in Bonelli mi hanno bocciato 14 soggetti per Dylan Dog".
Segue botta e risposta...
- "Ma come, Dylan Dog..??? Ma che cazzo te ne frega della Bonelli e di Dylan Dog. Ma cosa ti aspetti da quei corridoi..???"
- "No, ma sai, e poi non so se hai letto NIRVANA di Pagani e Caluri. Uno schifo. Ma ti rendi conto..?"
- "Come..? Sul serio..??? Non ti è piaciuto davvero..? Strano... Ma l'hai letto bene, hai capito di cosa vuol essere un prodotto del genere in edicola..? Nirvana è una cosa che non esisteva prima e che non esisterà mai più quando è finita."
- "In Bonelli dicono così..."
- "Eh..??!!! E mi dici così..? Che alla Bonelli hanno detto che è brutto e allora fa schifo..??? Da te non me lo aspettavo... Ma scusa, pensavi di trovare trattati filosofici, psicoanalisi..?? Ma lo hai letto bene veramente..?"
- "Guarda, ho letto dieci pagine... e mi sono bastate"
- "E tu mi parli di un fumetto dopo avertne letto 10 pagine..? Un fumetto come scrive Emiliano dove la vicenda si chiude alla fine..? Ma un film lo spegni dopo 10 minuti..?"
- "Ah, ma un film è diverso, in dieci minuti capisci tutto."

Ecco, qui mi fermo.
Avevo stima professionale di questo uomo.
Ora anche basta.
E se di questo avevo stima,
figuratevi un poco cosa possono dire in giro...

Nella foto sotto, potete ammirare il senso e il peso dei miei coglioni al termine del dialogo...



L'invidia è una brutta bestia signori miei...
una brutta bestia, ma rivelatrice.
L'ignoranza volontaria poi...

1.2.12

DISCORSI


Tanto tempo che non scrivo su Fori Competenti, si.
Troppo impegnato il gulliver a combattere derive, a costruire improvvisate dighe.

E perchè ho chiuso il numero 2 degli X-NERD - PRIMA CROCIATA
che, vi sembrerà strano, ma è migliore dell'altro.
Senza la scadenza lucchese sul collo si lavora meglio.
Ma non parlerò della piccola parrocchietta del fumetto italiano
che mi viene tristezza solo a pensarci e a figurarmi nella mente i nuovi intellettuali,
fenomeni, mentori, filosofi, illuminati, gossippari della letteratura disegnata.
Di cui, tra l'altro, m'importaunagrandissimasega.
Sorvoliamo sugli editori.
Partita persa.

Ho ritrovato strada facendo, il vecchio trio ANCAMAGRA,
per tornare a vivere un po' di piacevolissimi concertini sottopagati nei localini genovesi.



Sottopagati, si, e non sempre per colpa dei gestori.
Perchè se non ti fai sottopagare NON suoni più, te ne stai a casa.
Se non incassano la cassa piange, la logica è sensata, dal loro punto di vista.
Il rischio d'impresa è un concetto sempre attuale, ma... estinto da un decennio buono.

Anche per questo l'Orchestra Bailam suona 1/6 rispetto a tre o quattro anni fa (quando di musica ci si poteva dignitosamente sopravvivere, senza umiliarsi), perchè, oltre ad essersi contratto il mercato (a favore però di truffe commerciali tipo nottebianca e amenità del genere), non scendiamo di prezzo.
Non ci si svende, giustamente.
Questione etica. dunque.

Certo amici, se i pagliacci comunali smettessero di disperdere capitali per rassegne senza senso (organizzate per i loro amichetti bacucchi e sepolcrali con relative mummie impellicciate) e spalmassero i soldi pubblici su tutto un anno di piccoli eventi, ci sarebbe qualche gettone anche per il più stronzo.
Ma col cazzo che mai lo faranno.
La buona politica non è più di questa terra.
Figuriamoci la ragione, la giustizia, il principio.
Da queste parti, se non sei utile politicamente, non servi.
Evapori.

Per questo basico motivo, bisogna reinventarsi in formazioni ridotte.
Adattarsi alla rotta, costruire continue zattere, oneste scialuppe.
Che non è neanche male, meno dispersivo.
E in questi tempi, preferisco disperdermi il meno possibile.

Ma dicevamo... sottopagati, come tutti.
E sottostimati.
I soliti merdoni assassini di cultura e senso etico, invece, sono sopravvalutati.
Lo hanno capito anche i muri, anche i topi, anche le carogne.

(chiosa poetica)
... anche i preti continuano ad essere sopravvalutati e a delinquere indisturbati.
E continuano a incular bimbetti, per colpa nostra che glieli portiamo (io no) fin alla porta dei loro sontuosi scannatoi.
Che sono poi i nostri di bimbetti, a meno che non abbiano dei vivai. Ma tutto può essere.
(fine chiosa poetica)

Concludendo.
Il decennio, quindicennio buono, l'Italia lo ha già vissuto, era quello degli anni '60 e '70.
Dove anche l'ignoranza aveva una sua leggerezza/saggezza e si poteva digerire, tollerare.
Perchè l'ignorante se ne stava al suo posto e non osava invasioni di campo in territori sconosciuti.
Dopo la capillare educazione di massa all'insulto, alle minchiate, all'ossessione, l'equilibrio si è spezzato e dagli anni '80, con l'avvento dei talk show, l'ignorante sdoganato si sente in diritto di urlare e/o imporre il loro claudicante pensiero, urlando possibilmente.

Difficile quindi, spalmando la linea temporale su un tavolo, come una mappa,
che si possa vivere un altro momento di ricchezza culturale, apparente pulizia, fantasia, proposte, entusiasmo e libertà come quello dei '60/'70.
Per questo dobbiamo, abbiamo il dovere morale, di aprire nuove prospettive dinanzi ai nostri occhi perplessi e dubbiosi.
Prospettive che dobbiamo trasmettere ai nostri figlioli.
Chi ce li ha.

Si salvi chi può.