25.4.10

INTERVISTA A SLOBO PARTE 3


Amichini carissimi
visto il grande successo delle prime due puntate dell'intervista al Capo Rom (ben 0 commenti..!), eccovi la terza ed ultima parte. Non prima però, di donarvi un ulteriore perla di cultura.
La parola zingari (o zigani), derivante dal greco medievale athinganoi (intoccabili: denominazione dei membri di una setta religiosa di origine frigia accusata di pratiche magiche), denota nel linguaggio comune un insieme di gruppi sociali linguisticamente affini, i quali si autoidentificano, distintamente, con gli etnonimi di rom (diffusi attualmente in tutta Europa, con maggiori concentrazioni nell'area tarpato-balcanica), sinti (radicati prevalentemente nei Paesi germanofoni e nelle regioni limitrofe, Italia settentrionale compresa), manus (concentrati in Francia), romanicel (presenti in Gran Bretagna) e kale, o calós (abitanti nella penisola iberica, in Finlandia e in Galles). Gli idiomi storici di questi gruppi (e dei rispettivi molteplici sottogruppi) costituiscono varianti dialettali, differenziate dalla pluralità delle influenze lessicali europee, della lingua romanes, formata da un sostrato originario derivante dai parlari popolari dell'India Nord-Occidentale, ibridato con elementi persiani, armeni e greci.

I GRANDI RIPORTI DI
IDO RADEM & ‘UGES STEBIA

Intervista a Slobo Putrevič.
Parte 3



- E, mi dicono, avete anche un’importante ricorrenza proprio in questo periodo dell’anno…
- Altro giorno grosa festa religiosa in nostro campo in ocasione de festivita’ de nostro patrono San Kurnutazzu protetore de rulota. Festa se chiama Kavediokanem e se festegia in periodo piu’ fredo de ano. E’ giorno propizio de matrimonio, batesimo, prima comunionie e altri riti zigani.
Capo se svelia matino molto presto e a colazione mangia zupone de infame (cipola, alio, legumi, late, crauti, cubeti de lievito de bira, peperoni, vanilia), un paio de chili de asparagi, dieci botilia de bira splugen, uno bilster intero de supradin e tanica intera de cinque litri de acua distilata.
Poi capo pasa di rulota in rulota, ce svelia tuti e se inizia rito con capo che fa docia ghiaciata con manicheta per purificarese, all’urlo de DioMaiale. Dopodeche se reca a centro de campo dove ce groso tendone dove entra e veste i sacri paramenti liturgici aiutato da molia e da fili e se trasforma in nostro sciamano religioso. In ordine rigoroso da secolare tradizione egli indosa:
- mutanda de peluscia leopardata da machie de unto, orina e tarzaneli
- calzino corto duro e putido come provolone stagionato de trenta mesi
- pantalone ratopato de fustanio color acuitrinio
- espadrilias multicolore da goce de orina
- canotiera che fa tutuno con grosi punti neri su schiena
- camicia impressionista, impreziosita da caperi de narice
- gilet de pele lisa e cartavetro
- orecchini con pendente de rame a forma de papagalo Portobelo
- colana con efige de Stramadona de beato spurgo
- aneli con sigilo de cavalo che monta
- occhiali reiban spechiati
Infine indossa orgoglio e vanto de nostro campo, bene preziosisimo, dono de sindaco in visita a nostra rulotopoli, berreto picolo tutto de rame, forgiato da mastro ramaiolo Silviu Merdu nel XVIII° secolo e che egli sfogia fiero e superbo per nostra celebrazione. Molia de capo invece piu’ spartana, gona lunga e ampia color marone e malione rosa con rombi verde bile e scarpe de goma marcia tuto rubato in cassoni de usato de Caritas. A questo punto tuti posono entrare in tenda per amirare nostro oficiante e rendere omagio con bacio su sua guancia molto grasa e lucida, con barba ispida. Poi tuto grupo, con capo in testa, esce da tenda e se va a rendere subito sacro omagio a spolie de San Kurnutazzu che ha maschera de pongo e tra gambe groso pene fucsia de latice. Quindi se caricano spolie de Santo su Fercolo e se portano in giro per campo. Elo pesa molto e per grande sforzo fato molti uomini se sminkiano articolazioni e schiena ma sopratuto emetono soto sforzo scoregje come bodibilder. Poi ce spostiamo in ingreso de acanpameneto dove se trova nostro simbolo che è cavalo de rame con coltelo che esce da culo e se prosegue con visita a nostri sacri cimeli di tuto nostro rubato e alcuni piangono pensando a peripezie de furto. Poi se pasa a ex voto in rulota votiva dedicata a sculture, icone e sacre piture. Piu’ importante è galuscio de nostro primo capo rom, Okagou Brutu, finemente istoriato da pietre preziose rubate e su parete de schermo de cinema rubato, campeggia la Madona con Uccellone. In questo giorno se compie miracolo e la capela se ricopre de virile formagio; le più devote dano lecata a capela de volatile umano e crolano a tera in estasi. Infine Sacra Tanica de solfato de rame davanti la cuale preghiamo per nostra ricerca inferiore. Finito giro de visita, capo puo oficiare Santa Mesa. E’ una buona ora e meza de rotura de colioni con sacre leture de apostoli Vladimiru Luxuriu, Paolu Kekkoniu, Markulinu Kulupintu, Olinto Rottunelmezzu e Renatu Uccelje e con tante nostre preghiere tra cui: Rame Nostro, Vagina Coeli, Lavete o Maria, Salve o Scoregina e Madona Lorda.
Finita menata se pasa a Rito Ortodoso de purificazione e de fertilità. Molia de capo pulisce capela a tuti uomini con pano vileda e poi ce spruza sopra Sidol e alcol denaturato. Capo invece immerge piumino per spolverare in secchio pieno de soda caustica che poi pasa su frenja de done.
Inzia cosi rito de balo come dite voi in Italia? De tarantolati. Con capele rubizze e gonfie come testa de gato e frenje che paiono gomoni. Ora persone sono pronte per Rito de Ano Liturgico che consiste in unzione de ano con crisma de peperoncinje de Transylvania. E’ grande prova de fede e molti cedono facilmente a bestemione. Poi passiamo a esame de coscienza e dopo de cinque secondi ce ne batiamo ciola (ce ne freghiamo n.d.r.). Quindi ce scambiamo senio de pace che da noi è mostrare coltelo belo afilato.
Ora nostro capo ci congeda con rito ite mussa est, ma noi rimaniamo tuti li perchè ora viene belo.
Se comincia con battesimo de bimbeti. Se metono tuti in grosa tinoza poi capo che tuta matina ha tratenuto asparagi, dieci botilia de bira splugen, bilster intero de supradin e tanica intera de cinque litri de acua distillata, puo dare sfogo a idrante con piscja molto ocra.
Dondolandosi e scrolando ucelo inafia testa e facia de mociosi. Finito cerimoniale, tinoza è colma de orina e bimbi rischiano de anegare. Alora molia de capo rovescia tinoza pe tera co bimbi che se mischiano e oniuno se riprende filio che ora non riconoscia piu. E’ qui che nasce nostro grande senso de comunità. Poi se pasa a prima comunione: bimbi grandiceli sfilano uno a uno con in mano Bibia de Brutudiu che è nostro Seniore de elemosina. Qui capo sfoga altro risultato de dieci botilie de Splugen. A uno a uno da ostia de strachino secco pronunciando formula “il porco di Cristo” e mola groso ruto in ciascuno orecchio. Bimbi rincoglioniti da bota e con acufeni vagano ruotando come dervisci. Molia de capo ferma loro facendo anusare sua ascela marcia e tuti i picoli sono a tera in stato catatonico... ora si che sono soldati de Brutudiu pronti per acatonagio! Poi, a discrezione de genitori, stortare gambeta o bracino per aumentare pietà de gente. Presempio, Laszlu Erodu a esagerato un pochino e co badile de Pristina a stortato tuti arti e colo de suo filio, ora per tenerelo in piedi deve usare fili come marioneta. Adeso viene fondamentale cerimonia secolare che forse e quela che da senso a comunità mondiale de rom: Rito de Frateli de rame.
E’ rito che te fa pasare da bimbeto del cazo con manina tesa per carità, a mondo de adulto predone. Ragazeti portano a capo ogeti de rame che ano rubato e devono racontare traversie de furto. E tuto un balzar fuori de vasoi, paioli, mestoli, telie, pentole, tegami ma sopratuto chilometri de cavi de eletricita gia bruciati. Poi ragazeti racontano accalorati ed orgogliosi loro gesta.
Chi a svuotato groso negozio de casalinghi, chi a sfilato intero cablagio de rete eletrica, telefonica e de antena da un intero biscione de case popolari, chi a fato man basa de cavi aerei de filobus o de intere stazioni de ferovie de stato, opure chi ha sfidato enel e a rubato cavi de alta tensione.
Tuto bene fino a quando Alexandru Babbeu ha tirato fuori sua conquista delittuosa e cioe solo uno rotolo de cavo elettrico ancora incelofanato. Tuti siamo rimasi aghiaciati perche tropo ordinato e pulito, non sembrava rubato ma sopratuto non era bruciato per mostrare prezioso contenuto.
Poi mentre Babbeu spiegava come rubato e caduto da sua tasca scontrino de cavo de Castorasma. Capo dopo aver leto scontrino è diventato paonazzo, lo a ofeso e pestato a sangue con martelone de Zagabria e poi a dato lui punizione esemplare. Deve imediatamente sposare Gabriela Fiatescu che per via de sua fiatela racapriciante a cinquantatre ani e ancora vergine.
Poi capo giudica furti miliori e fa riunire ragazi piu valorosi per funzione de consacrazione, fa indosare loro manete de rame contro malochio e struscia sua guancia ispida su guancia de sbarbateli procurando eli pereni abrasioni. Meno male che guancia de capo molto grasa de sebo.
A quel punto indosa solenne guanto de rame e mentre molia suona con fisarmonica pezo alegro sbate suo palmo de metalo contro palmi de piveleti con molta forza e esi trattengono a stento bestemione de dolore. Infine capo da bacio in boca, benedizione de brillante vita ladronesca. Capo pero a esagerato e a ragazzini a anche infilato lingua in boca.
Con quelo che a mangiato a colazione gli e venuto fiatone de casoneto (Gabriela comunque e pegio de lui) e ragazeti vomitano anima. Mi sa che capo sta diventando forse richione.
A seguire ariva melio de riti: il matrimonio. Matrimonio molto importante dopo che famiglie se sono fate groso culo pe combinare ragazzini. Anche adulti se sposano ma uomini ano belino molo e done tropo rugose, Capo ha schifo de loro. Nela cerimonia capo sta de fronte a copia de sposi e pronuncia tute formule poi, prima de scambio de anelo, se gira e scarica da culo prodotto gasoso de zupone de infame. Zupone fa produre a intestino molecole de scoregja che non se ne vano per parechi minuti. Copia con mano a concheta prende aria mefitica e porta a naso aspirando avidamente finche non se sente più puza. Se copia resiste senza vomitare e senza sincope è sposata, ora se puo scambiare anelo de rame. Per la cronaca, mentre Alexandru Babbeu a vacillato piu volte Gabriela non a batuto cilio anzi lei a aspirato da boca rinfrescandosi fonia come fose collutorio. Conclusione de rito è la deposizione da parte de capo, su grande vasoio de rame, de enorme galuscjo, ultimo prodoto metabolico de colazione, che viene impreziosito da done de campo con geme rubate. Finalmente adeso liberi tuti.


- E per le giovani fanciulle del campo non c’è nessuna festa..? Mi pare che sia tutto per I maschietti… Una società un po’ maschilista, non le pare?
- Queste parole me fano pensare che non capiscia nienta e che a tu te piace finochi, ma no te poso sterminare quinedi ti poso racontare che abiamo aneche la granede Festa dele ributtanti, che e grande balo incivile che segna pasagio de giovane dona da violenza privata familiare paterna a violenza e soprusi de sposo novelo. Noi teniamo moleto a dona… Per questo in acanepameneto se fa grande uso de profumo intimo de pino silvestre, cosi a momeneto de primo abuso, dona fa belo efeto de pisciata in pineta... Poi c'é aneche versione per feticisti de culo, dove per foro se usa parfumo de rosa; in questo caso efeto é de petalo su grosa merda.


- Bene, ritengo di saperne abbastanza… Ma torniamo a lei: signor Slobo, di che cosa si occupa?
- Ma che domanda… de contabilità! Io gestisco economia de acanepameneto e, sopratuto de familia.. Io pero, no sono padre ingrato! Io pago miei fili! Me tratengo solo 95% de irpef tzigana, ma tuto resto lo lascio a eli..! Pero ora scusa belo seniore, te devo lasciare perche cagata de prima non senebra essere bastata… Seneto ancora liquorino de culo e devo anedare… Ma se tu vuole può venire con me…

- Io la ringrazio per la squisita attenzione, ma credo che mi farò bastare le informazioni che già mi ha fornito… Molto lieto di averla conosciuta e, addio!

22.4.10

INTERVISTA A SLOBO PARTE 2


I GRANDI RIPORTI DI
IDO RADEM & ‘UGES STEBIA

Intervista a Slobo Putrevič.
Parte 2


- Bene, direi che non avete di ché annoiarvi. Una famiglia davvero varia e numerosa. Ma cambiamo argomento: mi potrebbe illuminare circa il vostro celeberrimo e straordinariamente ricco calendario di festività tradizionali rom?

- Se, dununque… La nostra festa grosa se chiama Yonopfonja, la festa de capodanno, seconda de importanza solo a grosa festa de acquisto de rulota nuova (festa de Novarulota) e se svolge così: verso de calare de sole de sera de San Gato Silvestro, ce riuniamo tuti adepti de campo in piazale comunale de acanepameneto intorno a falò de plastiche de conduttori de rame che fa belo fuoco tosico che pero dura taneto. Tuti ce troviamo con violini, fisarmonica, pentole, fustini de detersivo (ancora chiusi perche noi non usa, solo manichetta de acqua de comune…) e petomane de nostro vilagio, sai per acompagnameneto de ritmo tzigano…
Fuori de rulota se comincia a cantare e suonare nostri tipici motivi come Tristezza tzigana, Rame rumeno, Mostar non fare stupida stasera, Prendi questo in mano zingara, Una rotonda su Mar Caspio, Perdere l’odore, Romania mia, Rulota amara, Vinceslao io te amazerò, Se potessi avere tue mile lire al mese…
Intaneto done de acanpameneto ano meso su fuoco grose pentole de rame per banchetto de festa fato de minestrone a base de cipolle, cavolo capucio, cavolo de Bulgaria, cavolo romeno, Cavolo de Carpazi, cavoletto de Bruxelles, uno carciofo, castanie de Transilvania, uva, stracchino, sardine e polo. Finita cotura se mangia mentre anziani de canepo (rom acquista patente de anziano verso treneta ani, per via de rughe…) fano beli raconti de tradizione orale come quelo che fa commuovere tuti, de bambino tortovalgo che racimola tanete monetine con elemosina, o come quelo de dona che decide de fare docia a diurno e, quando torna in acanepameneto, nessuno la riconosce e viene cacciata de campo. C’è aneche raconto de capo de canepo che cambia beretino perché tropo picolo e ne indossa uno da baseball (quelo che se gioca con maza americana e pantalone a zuava). A questo punto maschi de canepo non riconoscono più sua autorità e prendono foli de giornale, riempiono de merda de cavalo e sbattono in facia a elo che perde facia, caca cavalina molto corosiva…
Serata continua tra miti de nostra cultura, poi, con inoltrarsi de note piena ce se rompe cazo de musica e de raconeti mentre fredo de adiacio ce comincia a sterminare. Così se continua con abeveragio de nostro liquore preferito che essere Vechia Romania etichetta Rame e si procede con gara de bestemione rumeno co salteli e sfregamento de mani. Scorso ano nostro conpagno Ibra Goran Marciu mentre saltellava è scivolato su merda e fracassato testa e colona dorsale in basamento de idrante comunale de acanepameneto.
A fato e vinto causa contro comune e, oltre che belo risarcimento, ora percepiscia anche pensiona de invalidità e de acompaniameneto ed e acudito da badante italiana gratuita.

- Interessantissimo, continui pure…
- Nel fratenepo cena se e conevertita in prodotto de scarto e se da inizio a urinata de grupo. Maschio che piscia più lonetano a dirito a fare vicecapo per uno ano acaneto a vincitore de peto de fero. Questo ano, scetro de pisciatore e anedato a Roduculu Lanosu che, aneche se partito male, per via de pele de prepuzio che devia piscio su braga e scarpe, ha riuscito a abasare pelantega lunga da capela e partito lungo geto de analcolico biondo. Aneche done fano gara de piscio, ma non posono solevare gona così piscia rimane in stofa e non sereve a niente, solo a colorare de ambra mutanda e sotoveste. Quando scoca ora de primo de ano, si prende banebino più storto de vilagio e se fa contare a rovescio. Intanto tuti nudi e a pecorina con accendino vicino a bochetone de scorie digestive, alo scadere de numero zero a inizio sparo de boti e fuochi de orifizio. Nostri fuochi e boti se vedono e se sentono a chilometri de distanza. Aneche done fano bote, ma senepre soto gona. E belo vedere gone che se illuminano prima de prendere fuoco… Puretropo, ano scorso e sucessa tragedia: femina de Ibra Goran Marciu a sparato tre peti soto gona prima de usare accendino e, quanedo a aceso, esa e arsa viva… povero Ibra Goran, oletre che paralitico aneche vedovo!
Poi se pasa a danze e bali rumeni rom. Bali più beli e tipici sono: mazurko de periferia urbana, valzer de bereto picolo, polka della Madonna, tanfo argentino, Twist da ventrazza china, beghina odorosa. Quando fuoco de condutori de rame se spegne, al grido de “porco dço che fredo, torniamo tuti in rulota” ci ritiriamo pe la note. Matina dopo, racolta coletiva de rame e nuova festa per vendita de racoleto.

- Ah, giusto…
- Poi abiamo aneche festa de predizione de futuro e de letura de mano (come diceva vostra connazionale Iva Zanichia in sua canzone). Tra due feste piu bela e festa de previsione perche festa cosmopolita. Inefati se invita abitaneti de luogo dove sorge nostro situazionale acanepameneto e si fanno stime destinali su futuro, ad esempio, de loro apartameneti o portafoli… Senepre noi indoviniamo cosa succede!

19.4.10

INTERVISTA A SLOBO PARTE 1


Carissimi umani liberi.
Mi pregio di presentarvi un'inedita intervista in più puntate (è lunghina...) ripresa dal vivo da miei compari d'avventura, uomini volgari e pelosi, con alito e prosa pesante anzichenò..!

I GRANDI RIPORTI DI
IDO RADEM & ‘UGES STEBIA



Intervista a Slobo Putrevič.


Apriamo questa nuova serie delle educazionali interviste con quella del sig. Slobo Putrevič, rappresentante della cultura nomade tzigana.

Mi presento, in perfetto orario all’appuntamento ed apprendo da un’apparente anziana signora seduta su di una sedia posta davanti ad una delle molteplici roulotte che compongono l’accampamento, che il sig. Putrevič non c’è, “…E’ a cagare, aspetta un poco belo seniore!”.
Dopo quarantacinque minuti, sono raggiunto da un signore dall’apparente età compresa tra i quaranta e i cinquanta anni (in realtà ne ha trentuno), vestito di una camicia nera sbottonata sul petto sul quale si stagliano due collane d’evidente oro massiccio; ha pelle olivastra, folti baffoni ed in testa un capello di pelle scura di un paio di misure più grandi; ha le dita delle mani tutte inanellate e sozze ed un paio di scarpe modello Ferragamo impolverate e consumate. Dopo essersi strofinato la mano sul velluto dei pantaloni appena risistemati, me la porge salutandomi.

- Allora signor Putrevič, lei è stato individuato come rappresentante dei molti nomadi che si trovano momentaneamente a vivere in Italia. Come si trova nel nostro paese?
- No seniore, tu te stai sbaliando! Io non sono “uno de molti”. Io sono capo responsabile de acanpameneto de Rom de Bolzanneto (periferia nord della città di Genova). Sono capo perechè o batuto (anche se buchemecher me davano per sconefito…) Petrus Fognova, deto “il putore dei Carpazi” a “peto de fero”, che equivale a vostro sufragio partitico per decidere chi comanda. Tu vuoi sapere come io o batuto Petrus, vuoi sapere riceta de mio peto asasino?..

- Ma veramente…
- Te spiego subito seniore: per decidere chi comanda se fa bela sfida tzigana dove aversari politici se frontegiano a colpi de peto de culo su facia de altro. Il governatore sfidato a senepre dirito de primo peto, sfidante, se resiste, a poi dirito de replica. Questo sì, che è vera e virile democrazìa, no vostra! Noi non abiamo rinunciato come voi, froceti da urna eletorale, a nostra bela potenza… Da noi chi comanda è superiore, è perche se merita posto de capo!
Io o reistito a devastante peto de Petrus su mia facia e, quando e stato mio turno, o caricato mio peto asasino e o devastato sfenoide, etmoide e turbinati de mio avversario che mi a ceduto scetro de comando.
Segreto de mia vitoria risiede in alimentazione: io de solito mangio cose rubate in un negozio de commestibili de un commerciante brianzolo che o scoperto essere riciclatore de merce avariata o scaduta. Per occasione de sfida o fato grande abufata de sardine in scatola e de tono Insuperabile de ani setanta con beli fonedi de Tavernelo e qualche uovo sodo. In una sola setimana de questa dieta o messo a puneto mio micidiale gas per sfida de “peto de fero”. Tu vuoi sapere altro?...

- Hem... no, grazie… Mi parli piuttosto della sua famiglia: è sposato, ha figli?
- Si, io sposato con Vera Sukova, ma mia molie e senepre più vechia e bruta: a ventisei ani e a gia barba, anche su culo. E tuta rugosa, scura de pele e suo film idrolipidico fa cacciare maiali! A bruta fiatela de tabacaia e su mio aratro, mete in mostra vaggina larga e alentata come manica de mago Merlino..! E’ come metere dito in vaso de maionnesa! A me questo no me fa tirare belo pene! O provato con poster de Belucia e de Ciciolina, ma o otenuto efeto de come quando se vede vostra Livia Turco nuda che sbadilia con suo culo: niente “bastone turgido de Belgrado”! Essere come oscurare odore de grosa merda con petalo de rosa… Inpossibile! Quindi non riesco a fare undicesimo filio per completare mia squadra de calcio… te prego seniore, aiutame…

- Mi è parso comunque di udire che i figli non mancano…
- No, no, te o deto che se non riesco a fare undicesimo e perechè dieci ce sono già, la matematica non e opinione… Io o dieci miei pasciuti filioli, quasi tuti pupile di miei ochi… Ora te dico de loro: mia filia magiore se chiama Putreva e fa pulizia in casa de clienti quando loro non ce sono. A proposito, tu me dai tuo indirizzo così te facio bela sorpresa e te “ripulisco” tua casa?

- Forse è il caso di soprassedere….
- Ma de cosa te preocupi… No te fidi de me?

- Per favore, continuiamo…
- Che dio te benedica belo senioro… Dicevo… aahh, si… Poi c’è Smilla, quela con pasione per neve, che e inpiegata in sotopasagio de Sanpierdarena.
Caterina Catarova se ocupa de moda: esa me visita tuti giorni casoneti de “Auxilium Caritas” per pretaportè de tuto acanpameneto.
Ludmila fa antico mestiere de meretriciato: pero ela se e trsferita a Torino, nela tangenziale, e me a deto che guadania de più, perche piemontesi, con scusa de bagnacauda, sono sensibili a richiamo de puceta bela odorosa.
Mladich e Karazic continuano con dopio lavoro de clandestini (e disidenti) e di delatori, a volte contenporaneamenete…
Ernesto, quelo mio filio strano, biondo con illegitima pele chiara che voleva fare conecorso de carabiniere, dopo mio tratameneto con roncola de Pristna, a canebiato sua idea. Ora, anche grazie a lege Dini, suona musica de depressione tzigana con mio antico viollino stridente in via Balbi ed esendo zopeto e con facia de angelo ocidentale, fa tenereza e me porta taneti beli spicioleti tute sere.
Ceausesca gestisce picola scuola de “prelievi con destreza” per banbini in mio acanepameneto. Ela a aneche bela pasione per arte sacra: infati me porta senepre in acanepameneto beli ogeti de aredo e liturgia catolica. Già, perché qui noi devoti de bela Madona de Medjugorje, quela de segreto de Fatima. Acanepameneto vicino invece e devoto a Banbin de Praga e altra comunità devota a San Paolo (banca)… Come vede nostra cultura è aperta, varia e democratica. No come voi agnostici de cazo o lecapile albertosordiani! Noi vera devozione a nostri protetori celesti!
Bastasu ha atività de export de Merceres de altri: elo e bravo filiolo, ma spesso, non so perechè, a problema con giustizia… Colepa de cativa lege che limita liberta fondamentali de uomo…
Infine ce è Durovic, la pecora nera de famiglia, unico non pupila de mio ochio, mia disperazione de padre. Lui è integralista rom, lui è zingarico radicale persino in alimentazione. Inefati mangia solo gulasch, con tuti problemi intestinali che questa pietanza bulgara comporta… Infati suo nome è per via de difficoltà de evacuazione… Ma dico sempre io: pereche non te vuoi integrare… Perechè qualche voleta non me porti, che so, un pò de macarone de Voielo, un pò de pasta de Barilo, una piza quatro formagi, un pò de Nutela? Perechè te vuoi senepre fare riconoscere da tuti bruto filio de puttana?
Pero ultimamente elo me da piu ascolto: altro giorno se e presentato in acanepameneto con belo diamante de De Bears che me a regalato per compleano. E siccome un diamante e per senepre, me seneto de perdonare suoi difeti de filio degenere… Forese no stermino più…

13.4.10

CANIS LUPUS


Oggi, cari lettori, parliamo di lupi..!
Perchè?
Perchè il lupo è una bestia che vale la pena di conoscere... e poi, suvvia, un po' di cultura..!

La storia del lupo racconta di una specie con eccezionali capacità di adattamento alle più diverse condizioni ambientali, dalle gelide steppe siberiane alle torride estati indiane, il nostro possiede gli attributi per sopravvivere al meglio. Il suo territorio varia da poche decine di metri a migliaia di chilometri quadrati in funzione delle disponibilità alimentari. Preferisce le grandi prede ma alla bisogna sfrutta ciò che trova e si accontenta... roditori o vegetali che siano, tanto che il branco si dimensiona e compone a seconda della quantità e qualità delle prede. Animale quindi assai flessibile sul piano ecologico e del comportamento: intelligente, resistente, autosufficiente, protettivo verso la famiglia, curioso ma prudente, apprende e tramanda informazioni, difende il territorio, caccia in gruppo secondo complesse strategie... insomma, come e meglio di un certo Homo Sapiens di nostra conoscenza. Quelli che vivono in solitario sono numerosi, in genere di due tipologie: vecchi lupi detronizzati dal loro rango nella gerarchia del branco e giovani che hanno lasciato la famiglia.
Perchè questo cappello introduttivo sulla biologia lupesca? Per dimensionarlo in concreta misura come umanissima bestia, pari merito e oltremodo affine a tutti noi.
E dopo più di ottant'anni (non si rivedeva dal 1920) il lupo torna a popolare i nostri boschi..!
Trattasi di piccoli branchi a conduzione familiare, formati da coppie con cuccioli per la mancanza in Italia di prede. Liguria e Piemonte, a seguito di un decennale monitoraggio del fenomeno nei rispettivi territori, hanno firmato nel gennaio 2009 in'intesa con obbiettivo di tutela della specie per renderla più compatibile e sostenibile (leggasi in relazione ad agricoltura e allevamento montano), le aree di presenza sono tre: la parte Imperiese delle Alpi Liguri, le zone montane del Genovesato e dell'alto Spezzino. La posizione geografica ligure mette però in connessione le Alpi con gli Appennini, permettendo ai lupi movimenti ben più estesi, ed ecco infatti comprovati avvistamenti nell'Appennino Tosco Emiliano fino a quindici chilometri da Bologna. Non manca all'appello nemmeno una tentata suggestione collettiva ad opera di un ex sindaco ricandidante (dopo la bellezza di cinque legislature, il lupo perde il pelo ma non il vizio... di raccontar puttanate agli elettori) in un minuscolo comune piemontese di duecento anime. L'umano in questione promette di eliminare i lupi dalla Val Borbera nonostante gli esemplari censiti ufficialmente siano appena quattro..! Una campagna elettorale basata sull'ancestrale paura degli ululati notturni che scandiscono l'eterna quiete del borgo silente. Ma torniamo alle cose serie...
Già Francia e Svizzera firmarono anni addietro un accordo di cooperazione internazionale per la salvaguardia del lupo nelle Alpi, la Direttiva Habitat dell'Unione Europea protegge il lupo in quanto animale di “prioritario interesse comunitario” e la Convenzione di Berna lo ha inserito tra le specie in via d'estinzione.

5.4.10

QUANDO MUORI TI LEVANO


Amici cari
è con immensa gioia che ospito nel mio umile blog, la parola di un'illuminata bestia nonchè collega di ventura musicale.
Ricevo e volentieri pubblico il pensiero dell'uomo cazzocentrico.
Benvenuto Luciano..!

...

"Ragazzi scusate, quando sono ispirato mi viene da sfogare concetti.
Non è che ve li voglio propinare per forza, anzi se non vi va mandatemi pure a cagare... ma non davanti a un posteggio...

Stamane uno mi ha dolosamente (dolo inteso come intenzionalità) "bruciato" al parcheggio. Divorato dalla fretta, livido in faccia, ignaro di tutti e di tutto ciò che non fossero gli estremi cazzi suoi, si è vilmente incuneato nello spazio libero residuo, mentre io assestavo con calma la manovra, mentre ero impegnato, ignaro del sopraggiungere alle mie spalle di questo cinico sicario di posteggi.

Il mio primo moto, per reazione, è stato quello di mandarlo a cagare. Poi mi sono visto perdente, come lui, in uno scenario apocalittico urbano, a recitare la scena della scazzottata in mezzo a passanti indifferenti.

Immaginandomi uno dei recitanti, nel potenziale prosieguo delle mie imprecazioni al sicario, questa miserabile scena, nella sua pochezza, sarebbe stata una delle tante che accadono ogni giorno nell'indifferenza generale. Una di quelle situazioni guardate semmai con disprezzo dall'osservatore distratto, neanche degne di essere raccontate al collega durante la pausa caffé.

Ma in un caso questa ignobile litigata mattutina sarebbe stata ricordata: in caso cioè di ferimento e decesso di uno o dell'altro litigante.

Parlo proprio di morte, di sirene, di ospedale, di pronto soccorso, di parenti, di preti, di "lo stiamo perdendo", di incredulità, di angoscia, di madri disperate, di sgomento, di dolore cieco, di ragione che non trova ragioni.

"Colpito da cacciavite all'addome"… "morto per futili motivi" - già le vedo le locandine fuori dalle edicole rionali - "il ragioniere si trasforma in killer"... "lite in centro: è tragedia".

Che mondo meschino..!
Puoi avere ragione da vendere, ma questo sarà assolutamente trascurabile!
Puoi essere un genio ma all'improvviso diventi un teppista da strada, un fallito qualsiasi!
Non dipende da nessuno: è il destino che tira i dadi!

Tra i detti calabresi che mia mamma snocciola come perle di antica saggezza popolare (e che io mi appunto con pazienza certosina), c'è questa: "quando muori ti levano!".

Si, proprio così, ti prendono e ti levano, come un copertone perso da un camion in tangenziale.
Ma che importa! Tanto arriveranno altri a picchiarsi per un posteggio dopo di te, a ripetere la scena magari proprio nello stesso luogo, magari davanti ai fiori di plastica anneriti dal tempo e dallo smog, che qualcuno aveva legato al palo del senso unico, quei fiori ex voto che chi ti voleva bene ha posto per te all'incrocio, sullo svincolo, allo stadio, davanti alla discoteca, nell'ultimo luogo dove ti hanno visto vivo, prima che un cacciavite ti venisse conficcato nel fegato in una lite futile finita in tragedia.

Beh, adesso che siete arrivati in fondo ve lo posso anche dire: non mi è successo niente di tutto questo.
Nessuno ha ferito la mia sensibilità, nessuno ha tramortito il mio amor proprio, nessuno ha calpestato il mio orgoglio. Non devo reagire in nessun modo, non devo implicarmi in nessuna scelta tra il difendermi e il subire. Il posteggio l'ho trovato stamattina - botta di culo - e me lo sono preso comodo e indisturbato.

Era solo un pretesto per scrivere un pensiero su quanto siamo diventati cinici, aggressivi, bruti.
Ma se domani uno vi fotte, così, all'improvviso ?

Non pensiamo che sarebbe stato meglio per noi vivere in un'altra epoca. Questa è la nostra con le sue pecche e i suoi difetti. D'altronde sia nella finzione cinematografica che nella sua vita reale perfino James Dean s'è schiantato in macchina nei radiosi anni sessanta, forse proprio nel momento in cui aveva scelto di dimostrare qualcosa a sé stesso... o a qualcuno..!

Luciano"