27.11.11

THE HUMAN CENTIPEDE 1 & 2 - RECENSIONE MINIMA

Dopo A SERBIAN FILM, miglior horror uscito negli ultimi 5 anni (come minimo), una nuova creatura centipeda si palesa per soddisfare i nostri piaceri oscuri.



Un dittico che saprà accontentare i palati più smaliziati ove l'appassionato pornografico e perverso potrà trovare alcune finezze di raffinatissimo gusto, tra l'ansia muta e silenziosa della campagna olandese, la coprofilia e la torturaccia sporca e cattiva.

Le differenze tra le due pellicole è enorme, speculare, e personalmente prediligo la prima per sublime assetticità senza fronzoli, chirurgica, quasi austriaca della messa in scena.
Nonostante lo svolgimento finale sia il solito banale già visto.
Alcune informazioni.
The Human Centipede (First Sequence) è un film horror olandese del 2010 scritto e diretto da Tom Six.
Una trama minimale che vede un folle chirurgo in pensione, credibilissimo e nobile nella sua missione di attaccare la gente tramite bocca e bucodelculo, formando così un essere e millezampe umano con un unico apparato digerente, che gli faccia compagnia, visto che i suoi grossi Rotwailer sono trapassati per il rigetto dell'operazione.



Ma spieghiamo meglio tecnicamente, con le figure tratte dal film, i passaggi tecnici.






Vera e propria filosofia e medica sperimentazione che rischiava d'essere una cacata pazzesca.
Invece il film regge bene e vince.





La segunda pellicola (The human centipede 2 - full sequence) invece non contiene discorsi intellettuali e d'avanguardia medico/corporale ma descrive la triste parabola patologica di un reietto umano brutto, basso, grasso e laido.
Nonstante si presenti con una finezza di manifesto erotic-entomologico.



Pochi dialoghi, bianco e nero netto, massacri esposti, abbondante coprofagia e spruzzo, solitudine ed incomunicabilità familiare (la madre), traumi infantili, silos di macchine semideserti (dove lavora il bravissimo protagonista), pioggia, freddo.
I soliti ingredienti triti e ritriti.
Ciò che volutamente viene a mancare è proprio la nobiltà d'intenti (e la professionale pulizia da primario di clinica privata) che invece era nel medico folle. Qui ci troviamo davanti ad un inetto bambinone botolo pinguineggiante, ossessionato dalla visione del primo film della serie (che venera come una messa sacra e guarda in loop nella guardiola del parcheggio), che vomita su questo meccanoHumano, tutta la sua inadeguatezza alla vita e non per sue colpe.
Tenta il suo capolavoro, gli riesce pure, e poi...







Ha comunque il suo perchè, per carità, e la visione è obbligatoria, in un certo senso.
Attendiamo ora il terzo capitolo poichè trattasi di trilogia..!

Cercateli e guardateli tutti, sottotitolati, of course.

24.11.11

L'ALTRO MONTI


Non volevo davvero commentare questo libro.
E in un certo senso non lo commenterò.
Basta sfogliarlo e si commenta da solo.
Pgine (per modo di dire) fatte senza amore, senza tecnica, senza professionalità, senza gusto
se non quello per la noia, la solitudine, la sfiga, l'incomunicabilità, la morte.

E si che lo hanno preso pure in considerazione per farci un film.
Che non ho visto e che non guarderò MAI.
E lo avranno anche pagato per questo..!!!
E se va bene lo hanno anche premiato, che non vuol dire una grandissimasega, ma tant'è.

Il fumetto però l'ho avuto tra le mani perchè me lo hanno prestato.
Dopo la metà ho smesso.

Qui si piglia per il culo la gente.
Meno che, chiaramente, chi da una lettura del genere si senta consolato, accarezzato, rassicurato, felice.
Un po' come ascoltare la Pausini e dire che canta bene.
E non venite a parlarmi di avanguardia e sperimentazione.

Mi informo un poco in rete su chi sia l'autore del suddetto, e trovo queste sue dichiarazioni, che copioincollo paro paro dal blog chiamato smokyland.
http://smokyland.blogspot.com/2011/11/il-fumetto-non-se-lo-caga-nessuno.html

LeggeteVeLe, e non servono altri commenti.

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Alla domanda riguardo suoi nuovi lavori rispondeva in modo "evasivo" e incalzato da un "Solo una questione di tempo…?" replicava con "Non solo. Ho bisogno di cambiare: l’idea di mettermi al tavolo da disegno mi fa venire il vomito ora. Ho bisogno di muovermi, andare in giro, parlare con persone, vedere posti."

altra domanda… come lui è arrivato a fare i suoi primi racconti a fumetti…
Monti: Vabbè, ho cominciato un po’ per caso. Ho sempre letto poco Fumetto, non leggo Fumetto, non mi interessa neanche più di tanto. Ho incominciato a interessarmi quando ho cominciato a disegnare. Proprio perché… visto che io sono l’unico italiano e penso che la situazione sia un po’ diversa negli altri Paesi e gli altri autori abbiano dei percorsi diversi. Io credo che forse varrebbe la pena di chiedersi perché un autore in Italia non può campare facendo questo lavoro. [applausi dal pubblico]
Io credo che degli autori italiani un dieci per cento, forse, campa, e non credo neanche alla stragrande, facendo questo lavoro. Gli altri lo fanno bene o male perché hanno i genitori che magari li sostengono oppure lo prendono a livello di mezzo hobby… Ed è così. Io poi ovviamente ho smesso, perché non c’è possibilità di portare avanti un progetto del genere. Ed è ovvio che magari mi piacerebbe andare avanti, perché tutto sommato è una cosa che mi riesce bene e c’è quel famoso detto “se uno ha un talento, non dovrebbe sprecarlo”.
Ma poi alla fine parlano i numeri, e la realtà italiana è questa, una realtà molto triste. Nel senso che il Fumetto non se lo caga nessuno. [risate dal pubblico]
Non è solo quello il problema… mi rendo conto che anche la gente che legge Fumetto, secondo me, legge per la maggior parte stronzate… e quel poco di buono che c’è, passa inosservato. Non c’è nessuna forma di sostegno, non so… neanche da parte di Enti culturali o meno per delle iniziative interessanti, dal punto di vista culturale.
Così insomma… io smetto. E comunque non capisco molte cose. Certe cose non le ho vissute direttamente ma le ho sentite tramite persone o da operatori che lavorano seriamente nel settore.
Però la realtà è veramente triste, tristissima.
Il panorama culturale italiano è pietoso.
Ma non lo dico io perché ho del risentimento, perché mi tocca smettere.
Insomma… questo è quello che penso. [applausi dal pubblico]

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Ecco, allora vai in giro a vedere posti che qui non c'è bisogno di te.
Siamo a posto così, grazie.

19.10.11

AUGMENTED REALITY



Ovvero, in italico idioma: realtà aumentata.
E non certo per colpa dell'inflazione e dell'ingordigia dei capitali.



Ebbene, nel PRIMO NUMERO DI X-NERD - PRIMA CROCIATA e per la prima volta in Italia, il retrocopertina dell'albo avrà contenuti di realtà aumentata. Una robina sfiziosa e soprattutto... aggiornabile di continuo.
Ma vediamo meglio cosa, come, perchè... il tutto corredato dalle immagini work in progress della creazione di Clifford in 3D.



La Realtà Aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR) è la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e multimediali, dati geolocalizzati etc) ad un flusso video che riprende la normale realtà.
Una tecnologia concepita su dispositivi mobili e contesti interattivi letteralmente in grado di aumentare la realtà con la sovrapposizione di informazioni digitali nei contesti fisici.



La differenza sostanziale fra Realtà Aumentata e Virtuale sta nel concetto di simulazione.
La realtà virtuale ci induce tramite un sistema più o meno immersivo a pensare di vivere una certa realtà ingannando i nostri sensi, l’AR aggiunge livelli informativi di varia natura a ciò che i nostri sensi percepiscono.
In poche parole si tratta di un potenziamento percettivo.
Ed è importante puntualizzare che queste integrazioni non sono affatto circoscritte ai dati visivi ma possono comprendere, se la tecnologia lo consente, dati olfattivi, uditivi e perfino tattili.



In sintesi, la costruzione di un ambiente AR si basa su 3 fasi principali: l’analisi della realtà, la creazione delle nuove informazioni sulla base della realtà, e la rappresentazione di realtà + informazioni.
Alla base di tutto c’è la figura crittografata (può essere una immagine o simboli di colore uniforme) che viene decodificata in tempo reale dal computer o da un qualunque dispositivo elettronico dotato di fotocamera o videocamera integrata.
Un software, programmato per riconoscere e decodificare quel simbolo particolare, provvederà in tempo reale, servendosi della webcam/fotocamera, a sostituire il simbolo crittografato in una immagine, una animazione 3d o un elemento tridimensionale qualsiasi.



Nella maggior parte dei casi si manifesta attraverso il semplice riconoscimento di un simbolo in bianco e nero (il marker sul retro dell’albo), spesso stampato su un foglio dall’utente, sulla cui base viene visualizzato sullo schermo un oggetto 3D o un’animazione.
Gli scenari di utilizzo in ambito domestico o professionali sono infiniti. Basterà inquadrare una scena reale (un paesaggio, una rivista, un cartellone pubblicitario o un simbolo particolare) per introdurvi un elemento virtuale in tempo reale che potrà essere interattivo o semplicemente statico.



Gli Augmented Reality content (oggetti virtuali), per una facilitata (ma impropria) diffusione lessical popolare, saranno in futuro denominati Ologrammi dal pubblico, cambiando la definizione del termine. Gli animali virtuali avranno un successo fenomenale e probabilmente rappresenteranno il regalo di Natale del 2012 dei paesi più evoluti tecnologicamente...
NO, NON in Italia.

Sì, anche l’industria del porno si muoverà in questo senso.
Gli Otaku nerds vorranno una ragazza anime al loro servizio.
E in tutto questo le società di telecomunicazione saranno a rischio d’essere emarginate.

Evidente è che gli X-NERD in collaborazione con UBICA di Genova e all’eccellente modellazione di Clifford ad opera di Nicola KINO Pireddu (www.kinopatia.com), siano i primi in ambito fumettistico italiano a sviluppare questa nuova esperienza.



E siamo solo all’inizio, continuate a seguirci…

10.10.11

CONVULSAMENTE



Si chiudono gli albi e i progetti per la nuova stagione.
Si programmano i mesi freddi.

E malanni di stagione, assestamenti scolastico familiari.

Mentre i giornali hanno lo stesso titolo da anni.
E i giornalisti locali, che dovrebbero dare un servizio alla città (non dico al cittadino che pare troppa grazia), scrivono quello che gli viene in mente per prima cosa, fanno un taglia e cuci a cazzo di cane convinti di esserne capaci e poi non rileggono: NON fidatevi. MAI.
E poi GLIENE VIENE sempre e non si capisce il perchè.
Ma indossiamo ugualmente la faccia politica migliore e li chiamiamo ancora per divulgare cose importanti, perchè non c'è altro, per avere l'ennesimo disservizio cartaceo su cui bestemmiare.

Il momento più alto di democrazia in Italia lo abbiamo avuto nell'era della Democrazia Cristiana.
Che dire...

I preti sono sempre al loro posto, parassitario esentasse.

La PRIMA scuola del fumetto di Genova, la GENOA COMICS ACADEMY è una realtà.

La copertina del primo albo degli X-Nerd, non male...
Ne riparleremo alla luce di grosse (ma grosse veramente, only for ultranerd)
novità in 3Dimensioni che stanno per invadere il vostro spazio vitale.

Il Male di Vauro e Vincino è una immane cagata.
Farà incazzare i nostalgici e sarà snobbata dai moderni poichè fuffosa.
Il peggior numero del Vernacoliere è meglio di ciò che ho letto.
Ma sono pronto ad essere smentito.
Anzi non vedo l'ora.
Se così non fosse, lo acquisterò ancora una volta, forse due, poi lo sfoglierò distrattamente, poi chiuderà.
Chiuderà per me.

Per contro HO RINUNCIATO al coordinamento/gestione delle vignette e dei fumetti di un nuovo esperimento satirico che sarà allegato a quel quotidiano per intellettuali che è "Il Secolo XIX".
Se si chiamerà BARABBA sappiate che è un mio (banale in verità) suggerimento.
Rinuncia sofferta ma necessaria dalla risibile cifra proposta a fronte dell'impegno richiesto, da dividere con gli altri distinti colleghi satiri e non, che avrei coinvolto.

Sul versante video ludico, GAME OF THRONES è una serie tv alla prima stagione (sottotitolata) che è un buon fantasy pieno di figli di puttana e malessere. Stessa produzione dei Sopranos. Consigliata, si, anche se non sono amante del fantasy e nanche voi, può valerne la pena.
Di certo ho goduto tantissimo nella visione dell'horror THE HUMAN CENTIPEDE.
Ma ancor di più con BALADA TRISTE DE TRUMPETA di Alex De La Iglesia.

Cominciamo le registrazioni del nuovo disco dell'ORCHESTRA BAILAM.
Con un cantante uomo.
Con una SQUADRA ospite in alcuni brani.
Un altro tiro di dadi.
Dadi fortunati.

Il nuovo volume di Pugaciòff, delle ristampe di storie eccellenti (1966/1968) e di raffinatissima grafia del mio vecchio REB sono, per l'ennesima volta, per la nostra ostinata cocciutaggine, una realtà in vendita dalla fine di Ottobre.
Si, a Lucca Comics, ci saremo con lo stand ANNEXIA, e dove sennò...

Ma nuove cose, altre promesse, diversi personaggi stanno arrivando ancora.
Fumetti, certamente.
Per ora non me li scrollo di dosso.

4.9.11

SE 'TTEMBRE

Settembre.

La frescura tarda ad arrivare in questi liguri lidi, afosi e soffocanti.

L'umidità dell'aria viene allegramente assorbita da fogli ingordi, dove la matita fatica a prender forma.
Anche l'avambraccio vuol dir la sua, spalmandovi sopra spavaldo sudore e peli vari.
Carta come palude, sabbia mobile per grafite.
Pazienza, tengo la mano più leggera e porto a felice conclusione il primo albo degli X-NERD.

Mi piace il primo numero della miniserie.
Mi piace il nuovo vestito editoriale degli eroi.
Mi diverte disegnarlo.

Decisamente differente da ciò che sino ad ora avevo fatto.
Differente da ciò che si aspetta che lo acquisterà dopo l'albo dello scorso anno.
E magari nuovi lettori arriveranno a causa del supereroico che trasuda da ogni pagina.

Chi disegnerà la cover del primo albetto..?
Io, altri..?
Non sarà Giuseppe Camuncoli. Questo bisogna dirlo.
Poichè probabile è che su MEGA esca scritto che Cammo sarà dei nostri. Per un errore dovuto a fretta della chiosa pre-agostina.

E poi comincia la PRIMA scuola del fumetto di Genova.
La GENOA COMICS ACADEMY.

13.7.11

ES TATE, ES TETTE



Ma cosa volete che scriva con 'sta caldazza da bestie.
Con l'afa paralizzante, divina maccaja de zena, che mi costerna in viso e nell'intelletto.
Che io, beninteso, amo il caldo e non me ne lamento.
Quindi non mi sto lamentando.
Fosse per me, vivrei al caldo tutto l'anno.
Nudo e con le pallacce sudate da mane a sera,
a rimirar le femminili forme, generosamente esibite dalle scollature et similia.

Comunque sono all'opera sugli X-NERD.
Una bella storiella per palati fini dalla nuda penna dell'affascinante Emiliano Pagani.
Con un nuovo editore, un nuovo formato, una diversa impostazione della gabbia narrativa, una periodicità che non sarà il solito volume annuale (che te lo cagano giusto una quindicina di giorni in fumetteria, un mese se va bene, a prescindere di quanto tu abbia venduto...).
Una robina sfiziosa insomma.
I personaggi meritano.
Un fumetto con supereroi dove non si parla di supereroi.
In giro c'è ben di peggio.
Ma avremo modo di riparlarne.

E poi, da Ottobre di quest'anno, inaugureremo la prima scuola del fumetto genovese.
Genoa Comics Academy sarà il nome scelto per la nuovissima ed eccellente struttura che, insieme ad altri 4 professionisti (ed al giusto e misurato apporto di stimati colleghi e superstar nazionali), stiamo elaboramdo da alcuni mesi.
Mesi fatti di collegamenti con istituzioni, business plan, visioni orizzontali, intenzioni verticali e pietre filosofali, che stanno per avere la loro giusta epifania.


Ecco, prossimamente sul blog posterò qualcosa sulla scuola.
E magari qualche pagina degli X-Nerd in lavorazione.
Blandamente.
E perlomeno fino a Settembre, quando i primi freschelli mi ringalluzziranno i pensieri, non credo di mettere altro.

26.6.11

CARS 2 - recensione minima



A differenza della prima pellicola, questa ha una storia assai più complessa per essere assimilata da un bimbetto di 5/6 anni, a cui ancora piace "solo" vedere le macchine correre, ridere di cose surreali e buoni sentimenti sparsi e con moderazione.
I signori DisneyPixar non hanno tenuto conto dei piccoli ma solo di quelli che erano piccoli ai tempi del primo film, e che quindi ora, si presume siano più grandi e capaci di narrazioni più complesse.
E alcune cose (parecchie) sono addirittura solo per gli adulti...

Comunque, preamboli a parte, ecco i concetti base.



I biocarburanti sono buoni e la benzina è cattiva.
Le vecchie macchine a benzina non vogliono morire: non è un paese per vecchi(e) macchine a benzina...
In Italia l'unica persona che comanda è il Sig.Papa che compare in un paio di situazioni come persona più importante del paese, venerato e festeggiato come un re dal popolo meccanico.
In Inghilterra comanda la regina che è una vettura rincoglionita.
In Francia ci si sofferma invece sui monumenti anzichè su figure allegoriche di cui sopra.



A Radiator Spring ci stiamo in tutto una decina di minuti o poco più, suddivisi tra inizio e fine film.
Chi si aspetta che questa sia un'avventura di Saetta McQueen che fa un sacco di corse si sbaglia, il protagonista della vicenda è Cricchetto e la sua inettitudine che poi invece scopriamo essere un pregio.



La narrazione e l'intenzione è quella di un film di James Bond, una spy story e la macchinina più figa di tutte (anche caratterialmente) è quella dell'agente segreto che ha anche le uniche sequenza spettacolari.
Il tanto pompato (e atteso dai bimbi) Francesco Bernoulli, macchinina da corsa italiana che parla in napoletano (talvolta troppo stretto per essere compreso dai fanciulli della Padania) e avversario di Saetta in ogni corsa si rivela una delusione, è una triste descrizione caratteriale dell'italiano sbruffone, mammone, odioso, borioso e rompicoglioni.



Evidente è che l'Italia e gli italiani, in questo film, ci fanno la solita figura di merda e vengono presi per il culo di brutto.
C'è anche quello che ha la cadenza genovese, a chi interessa.
Si, perchè a un certo punto, quando c'è la corsa nel BelPaese, non si capisce se siamo a Capri o alle Cinque Terre.

Tecnicamente ineccepibile, of course.
E di lunga durata.

16.6.11

SI, GARETTE


Due mesi fa ho smesso di fumare.
In modo normale, senza motivazioni particolari.
Andò così.
Amando fare il bagno ai primi di Aprile, così feci anche quest'anno.
La meraviglia dello shock termico, che è poi lo sballo naturale che ricerco in questo caso, ha il potere di aumentare la spavalderia come un esercito di selvaggi cimmeri.
Difatti uscito dall'acqua, steso sull'asciugamano, penso:
"E adesso che cosa posso fare di pazzesco..!!!"
Smettere di fumare fu la risposta.



Dopo la prima settimana, pensierosa, mi venne la sensazione di avere due narici per respirare al posto di una, piccola e flebile, come avevo prima...
Bene, già i primi benefici, incredible.

Ma cantar vittoria, mai fu cosa più nefasta.

Difatti, tempo altri quindici giorni e il mio corpo comincia ad eruttare como el vesuvio dei bei tempi.
Cose dell'altro mondo, febbre, fluidi di colori misteriosi e alieni, sudori freddi, tossi canine, ululati, conati a vuoto, emycrania.

Resisto.
Resisto per un mese.
Qualche amico mi aveva avvertito: "Te ne pentirai amaramente..."
Altri invece: "A me è durato sei mesi, poi passa..."

Poi, il malessere si quieta per pochi giorni, poi torna con tutti i mostri sopra enunziati.

Resisto un'altra settimana.

Macchè, febbre di nuovo.
Allora oggi, dopo rimedi omeopatici, miele, propoli, frutta, stregoneria, moccoli, vado dal medico.

Risultato.
Capita spesso che chi smette di fumare abbia un infiammazione bronco polmonare, anche peggio della mia (e stento a crederlo), che si trasforma nel tempo, se trascurata, in una bella bronchite di buon peso.
Quindi, antibjotici e spruzzino per l'asma come i teenager dei film d'orrore americains.

Inutile dirvi come sia dura disegnare i nuovi, funambolici, inguardabili X-NERD, in queste condizioni di delirio e botta da post capodanno. Ma tant'è, per voi, questo ed altro...
Anf.

31.5.11

ZAGOR ONE


Zagor lo leggevo da piccino.
Za-gor-te-nay.
Un uomo vestito anni '70, ostinatamente ancora oggi, con una casacca che gli ho sempre invidiato.
Jeans stretti, stivalazza, maglia aderente, pistola e mostri..!
Sorvoliamo su Cico.
Cmq molto meglio di Tex, altro che...

Ho nitide rimembranze di una stalla abruzzese (ove solevo passare i mesi estivi), sprofondato nella paglia odorosa, a leggere lo spirito con la scure e Mister No di Comparuccio Franco, il figlio della Tucclana.
Giorni non sospetti, giorni spensierati a fare un cazzo.
A leggere un fumetto d'avventura scanzonata con venature horror.
Horror, non fantasy.
Si, perchè il fantasy non lo digerisco per nulla.
Non amo il signore degli anelli.
Preferisco Conan il barbaro, sword and sorcery.
Ma vabbè, son gusti personali.
Quando Zagor prendeva una piega fantasy passavo ad altri albi.

La comparsa in edicola dello Zagorone, in un certo senso, mi ha fatto pensare che forse, magari, in prossimità dell'estate, in onore dei disegni epici del Maestro Gallieno Ferri, avrei potuto acquistarlo e leggerlo seduto all'ombra di un albero, in onore alla nostalgia fanciullesca che amo coccolare, di tanto in tanto.
Perderci un'oretta scarsa in odor di malinconia.
Insomma, il personaggio compie 50 anni, vuoi che non abbiano fatto un'operazione in stile classico per riacchiappare (e accontentare) i vecchi lettori..?

E invece...

La copertina mi garba, bella potente, un solido, classico Ferri G.
Con colori belli acidelli e tanto nero.
Mi ispira...
Poi lo sfoglio e non è Gallieno il disegnatore.
Disegni con pochi neri, essenziali, quasi ligne claire, boh... roba mollina.
E poi draghi, draghi, draghi...
Che merda.
Per il modico prezzo di 7 euro..?
Una mazzata clamorosa al portafoglio per una storia di Zagor coi draghi e la gente con le orecchie a punta..?

No grazie.
Magari piace ai ragazzetti, ma... tenetevelo pure.

23.5.11

YETI (recensione minimale)


Non è che avendo smesso di fumare sono più intollerante di prima, anzi.
Ma...

mi è capitato di leggere un fumetto (si, basta riempirsi la bocca con la frocissima parola GRAPHIC NOVEL..!!!) che oltre ad aver vinto premi, pare molto apprezzato tra gli addetti ai lavori.

Cercherò di non essere volgare...

Titolo: YETI di Alessandro Tota.

Tempo di lettura 20 minuti scarsi.
No, non mi sono soffermato a guardare i disegni, non mi sembrava il caso.

La storia (d'amore sussurrato) è in linea con la tradizionale produzione Coconino.
Tutta sospiri, amore negato, tempi sospesi, interiorizzazioni, femminilità, zero azione, zero svacco, zero divertimento.

Ovviamente verso la fine del libro, si mette pure a piovere (in alternativa editoriale sarebbero cadute delle foglie secche...).

Insomma va di moda 'sta roba tra gli intellettuali del comicdom itaGLIano.
Autori itaGLIani che scimmiottano i cugini francesi...

Si, lo Yeti è graficamente carino, di derivazione minimal manga, che sembra un big-babol gigante.
Ma non mi basta.
Ho finito il libro col nervoso.



Scusami Alessandro, la tua opera, che hai composto in quel di Parigi, probabilmente ispirato come non mai, non mi è proprio piaciuta.
Questa ItaGLIa non la capisco mica più.
Ma è colpa mia (mi ripeto) che sono un povero stronzo ignorante senza sentimenti.

Non me ne volere.

5.5.11

SEGHE E NEBULOSE



Eh si,
col tempo ho perso la passione al blog.
Anzi,
mi sembra sempre più
un onanismo schizoide pressochè inutile.
Coccolare l'ego fa più male che bene.

Oltre ad essere, in parte, una perdita di tempo.

Quindi è tanto che non sputo veleno su quello o quell'altro.
Perchè m'importaunasega.
C'è qualcosa che non mi quaglia.

Questo blog (e la maggior parte di essi) tratta d'opinioni personali, di cazzi privati, di considerazioni non indispensabili.
Non è informativo di nulla (a differenza invece del blog dell'amico Luca Boschi che è divulgativo con un pizzico d'opinione leggera), se non del mio opinabile punto di vista.

Trovo più sensato aprire uno spazio diverso, una diversa struttura d'opinione,
magari sempre in forma di blog ove scannarsi,
ma dove non sia l'autore a farsi le pippe, bensì un personaggio di fantasia che rappresenti un modus, una categoria ben definita.
Come fanno gli amici di Don Zauker, ad esempio.

E poi creare un piccolo scandalo che sennò non ti caca nessuno.

Insomma, qualcosa di più mirato.
E qualcosa ho in mente.

Qualcosa di offensivo, di feroce, di pugnace, per l'aberrata percezione nazional popolare.
Ma in realtà da ridere.
Solo che ultimamente la capacità di ridere del popolo padano si è affievolita parecchio.
E che ci vuoi fare, è un dato di fatto, bisogna andarci contro per forza.
Con megafoni belli potenti, altrochè.
Così è più facile che si offenda questo o quello, e che si crei quindi il caso mediatico.
Si, ci vuole qualcosa del genere.

Sto meditando il cosa e il come.
Si parlerebbe di attualità e fumetti.

E mi piacerebbe anche legarlo ad uno spettacolo.
Legarlo agli X-Nerd, a Pasol.
Alle donne.
Alla phynocchieria.
Al bigottismo qualunquista.

Quando..?
Boh.
Tempi strani.
Poche risposte.
Parecchie domande.
Alcune maledette aspettative, probabilmente da abbandonare.
Nulla bisogna desiderare.

Difficile esercizio.
Non impossibile.

Fiere del fumetto che non si capisce bene se funzionano o no.
Editori vecchi e nuovi che non si capisce bene se gliene frega o no degli autori e delle proposte che gli fai.
Lavoro che non si capisce bene se arriva o meno.
Beati e santi che non servono a un cazzo.

Adunque,
stampare roba nuova o prendersi un anno sabbatico..?
Preparare nuovi fumetti o mandare in culo tutti quanti e tornare a fare il barista..?
Sempre ammesso che a 40 anni trovi ancora qualcosa.

Poi, con un colpo di reni ed uno scatto d'orgoglio meridionale, mando in stampa il nuovo libro di Giorgio Rebuffi, quello sulla produzione di Reb per l'editore Bianconi negli anni '50, come promesso sul sito www.ottag.it (si, era in forse anche se diversamente annunciato...)
Grazie all'aiuto economico di amici vicini e sinceramente appassionati.

E comunque vada si va avanti.

Ah, poichè vi sarà indispensabile saperlo:
ho smesso di fumare da alcune settimane.
Quanto tempo si perde con le sigarette.
Parecchio.

10.4.11

DEGLI ALLORI E DELLE PENE



Riprendo il post sui premi e le candidature dei fumetti e approfondisco un pochetto.

Negli ultimi mesi, complice la fioritura delle manifestazioni fumettistiche primaverili, assistiamo a premiazioni et similia.
Blandamente ho letto i nomi delle candidature e dei giudicanti sui vari siti sul tema.
Due piccole riflessioni mi vengono naturali.

I titoli candidati sono sempre gli stessi, grosso modo.
Titoli comuni ad ogni manifestazione con qualche new entry ma senza grossi sconvolgimenti.

Da ciò deduco che i giudici abbiano letto solo quel tipo di fumetti.
Dico tipo, perchè siamo sempre dalle parti dei "discepoli di Gipi", storie delicate, suggerite, ricche di suggestioni interiori, emozioni e tutte quelle robe lì, derivazioni del modus francese d'intendere il fumetto, che a me non interessano per nulla.
A me no, ma evidentemente al pubblico FORSE si, di certo incontrano il gradimento delle persone che compilano le candidature.

Questo vuole dire che i premi sono in balia del gusto e delle letture di pochi.
Letture simili tra loro.
Non può essere altrimenti.
E non c'è nessuna colpa in questo, i giurati leggono quello che gli piace, cercano i fumetti che a grandi linee gradiscono e poco altro. Dovendo poi dedicarci del tempo per consumarli e digerirli, da togliere ai propri impegni personali, lavorativi e familiari.
Per leggere fumetti ci vuole tempo, è innegabile.

Allora qual'è il valore di un premio, oggi, nel fumetto italiano..?
E delle classifiche dei migliori dell'anno..?
Che vuol dire il miglior sceneggiatore..?
Quello che è stato più presente sulle testate..?
Quello che ha prodotto di più..?
Quello che vende di più..?
Il più piacione e onnipresente fisicamente a tutte le fiere..?
Il più vicino al modo d'intendere fumetto di chi legge..?



Un premio NON ti fa vendere più copie dell'opera, per prestigioso che sia.
Un premio NON porta altro riconoscimento che quello momentaneo di un applauso alla premiazione o di una fascetta attorno al libro che cita il fatto.
Il VERO premio (e qui cito il mio amico DanielO) è quando il lettore viene a cercarti allo stand per stringerti la mano per quello che ha letto, per il viaggio che si è fatto, per le corde che gli hai mosso.

C'è una forma di snobismo da parte dei giornalisti e addetti che decidono la rosa finale..?
Questo è possibile.
Ma non da parte di tutti.
Siamo nella palude ma ci sono anche persone intelligenti che operano con intelligenza.
Pochi, ma ci sono.



Altro particolare non trascurabile è la diffusione delle opere, la distribuzione, la reperibilità nelle fiere, nelle librerie di varia e nelle fumetterie. Chi giudica i libri, se li deve comperare, li deve trovare su qualche scaffale.
E come ben sapete sugli scaffali non ci sono tutti i fumetti usciti nell'anno.
Da qui la prima selezione naturale dei titoli papabili.

Tradizione poi vuole che ai giornalisti ed ai recensori vari, gli albi vengano regalati per facilitargli il compito, per avere una recensione (che poi, magari, si trasforma in candidatura) sulle riviste di settore o sui siti vari.
Di questo se ne occupano di solito gli editori e di persona qualche autore (come me per esempio, che a 'sto giro, con il primo volume degli X-NERD, ho preferito mandare agli amici i PDF anzichè i cartacei per avere più copie da smazzare al pubblico).
Da qui la seconda scrematura.

Quindi, ad esempio, vince TEX perchè ai giudici piace TEX, perchè leggono TEX, perchè tutto ciò che non è TEX non è fumetto, perchè l'editore riesce a farlo arrivare alle persone giuste etc etc etc
Oppure vince TEX perchè la manifestazione fa una grossa mostra su TEX, c'è ospite lo staff di TEX, si celebrano gli "anta" di TEX, bisogna contraccambiare la presenza di cotanto TEX, che gira che ti rigira il premio a TEX ciclicamente bisogna darglielo etc etc etc

Devo dire altro..?
No, basta così.
E questa volta non mi si può neanche dire che sono stato il solito rompicoglioni volgare, presuntuoso e supponente, che non gli va mai bene niente e che ha sempre da spaccare la minchia su tutto...

6.4.11

VANESIO FORUM



Era il 1999, o il '98, non ricordo benissimo.
Partecipai ad una puntata di Forum, noto programma d'intrattenimento per casalinghe e pensionati, come parte lesa in un finto processo presieduto da buonanima Santi Licheri.
Ma andiamo per ordine.

Seppi da semplici conoscenti che c'erano dei provini pel suddetto programma, in un hotel del centro di Genova.
Squattrinato com'ero e sapendo che le partecipazioni erano pagate, mi recai al casting con il giusto entusiasmo, la camicia lisergica anni '70 (quella che poi usai anche in trasmissione) ed i miei bei baffoni alla Vallanzasca.
Dopo alcuni convenevoli di rito e domandine tipo compilazione di cilostilato, mi chiesero se mi garbasse fare una puntata su una questione di eredità. Io, ovviamente, accetto di buon grado e dopo alcuni giorni mi recai negli studi di Roma per registrare la puntata.
Si, perchè le puntate si registravano.
Di filata, a tre la volta in una giornata e la mia andava in onda in differita di mezz'ora rispetto al palinsesto della giornata.

Ma torniamo all'arrivo.
Mi presentano colui che sarebbe stato mio cugino, un simpatico signore della regione Lazio tutto spumeggiante e piacione.
L'addetto al nostro caso (uno degli autori?), ci portò in uno stanzino e ci spiegò la fazenda, fissando i vari punti del discorso su un canovaccio processuale da seguire durante la recita.
Canovaccio che sarebbe servito da "gobbo" dietro alle telecamere, scritto su fogli 50X70, da tenere in considerazione durante lo show per non perdere il filo del discorso, ove si leggevano i punti salienti della litigata concordata col mio nuovo cugino.

Ci lasciarono poi da soli a provare il teatrino legale per una mezzoretta abbondante, pranzo alla mensa aziendale, firma del contratto che prevedeva di non comparire in altri programmi televisivi per almeno sei mesi (si, perchè la gente con le comparsate tv ci si costruisce una carriera), entrata del pubblico (pagato 50milalire al giorno) e via con la diretta (differita).



Il giudice Santi Licheri, oggi passato a miglior vita, era un omino piccolissimo che mi ricordava Yoda di Guerre Stellari.
Con quelle minuscole manine che uscivano dalle larghe maniche nere tipo Cucciolo di Biancaneve.



C'era il figurante Pasquale vestito da garante dell'ordine, quello che somigliava e parlava come La Russa ma senza baffi, spocchioso e sbruffoncello (che scopro solo oggi defunto nel 2008).



C'era quel gran pezzo di giumenta della Paola Perego, un bel patatone d'alto livello senza ombra di dubbio.



C'era una mortadella grossa come un vagone di treno per lo sponsor di metà programma.

Alla fine della storia tutto andò come da copione, con un pubblico di mummie in sala che diceva boiate e la celebrazione di questo finto, effimero, superfluo, superficiale intrattenimento popolare vergognoso e triste.

Ma non temete, prima o poi, con l'aiuto di un amico rubycondo e giovinotto, metterò sul tubo l'intera puntata, che conservo su una vecchia VHS.
Non vi priverò del gusto di ridermi in faccia la prima volta che ci vediamo.

21.3.11

GRAPHICA MON AMOUR



Il post di questa settimana non parla di opinioni personali,
della guerra contro la Libia,
dell'ennesimo sputtanamento italiano,
della vergognosa sentenza dei crocifissi sui muri,
della morte dell'orsetto Knutt.
Stavolta si parla di cose piacevoli, interessanti, fondamentali per ogni amante della grafica manuale.
E nella fattispecie, di un paio di libri indispensabili e pieni zeppi di idee immortali.

Primo voume.
Custom Lettering of '60s & '70s
di Hughes Rian
576 pagine, Fiell Editore.



Una vera gioia per gli occhi.
Centinaia di titoli di testate ed eroi, per quasi due chilogrammi di bellezza ed essenzialità.
Quando si faceva tutto con le mani.
Qui sotto alcune pagine a caso.







Il bel tomo, del 2010, è facilmente reperibile in rete.

Secondo volume.
LA GRAFICA DI CORTEGGI
Dalla Corno alla Bonelli

di Stefano Mercuri
Editoriale Mercury.



Un elegante volume cartonato di formato orizzzontale, incentrato sull'attività grafica di Luigi Corteggi.
All'interno si possono ammirare i loghi delle testate e i titoli più belli realizzati dal grande CORTEZ per la gloriosa Editoriale Corno e per le testate Bonelli.
Purtroppo non è molto lungo, solo 111 pagine, ma rimane comunque una brillantissima pietra miliare della grafica italiana che tutti, ancora oggi, abbiamo nella memoria.
E poi, Luigi Corteggi, oltre ad essere stato l'autore delle lisergiche copertine di Kriminal e Satanik (e dei primi 10 numeri di Alan Ford), è anche raffinato pittore e un gran signore.



Volume del 2003, reperibile in rete ed in alcune fumetterie.

A chiosa di questo scarno post informativo, una bella pittura del maestro MUNCH