5.3.10

SCENDERE DAL PIEDISTALLO, GRAZIE.



C’è una discutubile tendenza ipocrita e sfigata nel ‘mainstream’ fumettistico nazionale.

Nuove primedonne spuntano come funghi, illustratori più che fumettisti a cui basta un’operina francesizzante e sospiroso/contemplativa, innaffiata di virtuosismi aulici et pittorici, per autoscolpirsi un mezzobusto mitico filosofico con giovani apostolati (ed adoranti critiche) al seguito.

Ebbene, domando volentieri a lor fortunati signori come possa nascergli cotanto atteggiamento divistico e indolente verso il resto del mondo...
Perchè mai tutt'a un tratto diventino dei "fighetta".

Sia chiaro, ciò accade anche in ambito musicale, sia chiaro, non sto mettendo alla berlina solo il mondo del fumetto...

Molte di queste storielline (e dischi) hanno soggetti pallosissimi spacciati come introspettivi, in realtà leggerini assai…
Pagine e pagine di paranoie, malattie mortali, foglie che cadono d'autunno, traumi infantili taciuti per una vita... ma senza domandarsi, ahimè, se al pubblico possa o meno fregare una fava dei cazzi loro, dei loro padri, dei loro nonni in guerra, del loro albero genealogico.

Pare si chiami romanzo a fumetti.

Oso supporre inoltre che l'eccessiva benevolenza popolare sia deleteria per la salute ego-mentale del soggetto protagonista, ergo lo snobismo verso tutti quelli che non lo conoscono, corteggiano, ammirano.
Ma la disponibilità è merce rara e costosa, come ben sapete.

Per fortuna c’è chi a pari requisiti ma maggior spessore interiore, mantiene intatte le proprie facoltà di gentile signore.

Molti si saranno trovati a subire l'idolenza di questi ‘astri nascenti’, quando nelle fiere del settore (ormai più vicine ai mercati ortofrutticoli che fumettistico per l’entusiasmo meramente commerciale, ma questa è solo banale modernismo evolutivo) cercano di ottenere una parola, un disegnino, un parere.

Indi per cui scendere dal piedistallo, grazie.

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