28.3.10

PASSAPORTO X


Quasi cinque anni or sono, io e mia moglie dovemmo fare il passaporto per nostro figlio di 27 giorni. Dopo aver girato a vuoto per presunti certificati d’espatrio, causa cattive informazioni elargite dall’impiegata della Questura di quartiere, arriviamo al dunque.
Per il passaporto di un neonato bisogna seguire la stessa trafila dell’adulto, ivi comprese le costose marche da bollo, versamenti e fototessere.
Con tutto l’occorrente compilato a puntino, eccoci quindi all’ufficio passaporti (rigorosamente col pupo al seguito, in dormiveglia/pianto nel sarcofago da passeggio) e mostrando il materiale ad una agente parecchio acidella seppur giovincella, scopriamo che nelle foto l’infante deve: essere in posa centrale con gli occhi aperti e la testa dritta, il più vicino possibile all’obbiettivo, con la minor presenza fisica delle carni del genitore che lo sorregge nell’aere fotografica.
La nostra immagine lo proponeva comodamente assopito nella borsa portatile in verticale appoggiata sul mio petto, più l’intero avambraccio a sorreggerene il davanti che non scivolasse.
Nulla di fatto, andiamo a rifare le foto.
Tempo a disposizione prima della chiusura dell’ufficio: un ora e mezza, e siamo a piedi.
Dopo un poco di autobus sotto un sole enorme, arriviamo alla Questura centrale, dove la macchinetta per le fototessere è rotta.
A passo svelto, arriviamo negli uffici comunali più vicini, di sicuro un’altra l’avremmo trovata; infatti eccoci a sventolare il piccolo nell’aria tentando di tenergli la testa dritta senza fare vedere le nostre mani o pezzi di faccia nell’inquadratura… ma egli sbadiglia e la posa risulta inutile al riconoscimento ufficiale. Poi la macchinetta era vecchia e non c’erano le tre possibilità di scatto e di scelta, che sfiga.
Essendo vicini alla stazione ferroviaria, decidiamo (sempre a piedi), per altri tentativi negli automatici accanto alle biglietterie, di solito occupate da giovanissimi equadoriani che si divertono a fotografarsi abbracciati in tre o quattro.
Con il primo scatto otteniamo una foto ammiccante e sorridente dove tiene gli occhi socchiusi, quindi ironica e inutile.
Con il secondo finalmente il neonato prende coscienza dell’essere un fiero cittadino italiano e si esibisce in una perfetta faccia da passaporto, occhi aperti e zero lacrime.
A venti minuti dala chiusura, con l’ennesimo bus, siamo di nuovo nell’ufficio.
Un agente molto più disponibile porta a termine la faticosa pratica ricordandoci che il passaporto sarebbe durato solo un annetto e non dieci, causa cambiamento fisiognomico inevitabile e conseguente rischio di arresto all’estero come trafficanti di infanti o di organi.
Io, già alterato da un paio d’ore, chiedo se la futura sostituzione del documento sarebbe stata gratuita… ah ah ah, sempliciotto coglione che altro non sono. Bisognerà rifare di nuovo tutto da capo, versamenti e bolli compresi, sperando che rimanga nano per non ripetere la trafila ad libitum.
Conclusione: lo stato lucra sui neonati ignari (e sulle tasche dei genitori consapevoli) per l’affare passaporti… non mi meraviglio quindi, che a grandi e piccini vengano sovente forti coliche addominali e spasmi nervosi, ma non dovrebbero tutelare il cittadino?
Ma allegria, è solo una goccia in quest’oceano di silente inerzia popolare, ma quand’è che ci incazziamo per benino…???

1 commento:

  1. Caro Laca, e vi e andata anche bene, mio figlio e nato all'estero e per rientrare in Italia oltre alla registrazione all'anagrafe attraverso l'ambasciata con dispendiose traduzioni bolli e varie a seguito nel paese natale ci e stato imposto il passaporto per il neonato, fin qui tutto normale, ma alla domanda scusi noi vorremo rientrare in Italia quanto prima sa le vacanze hanno purtroppo una scadenza, RISPOSTA, a vabbe ma ora noi dobbiamo controllare verificare presso l'ospedale ci vorrano un paio di settimane e poi per il passaporto altrettanto, il pratica una famiglia verrebbe sequestrata all'estero dalla burocrazia.
    Ma fortunatamente chissa come mai nei paesi del cosidetto terzo mondo siamo riusciti ad registrare la nascita nel comune estero richiedere e ottenere il passaporto nel giro di 4 giorni.
    Poi chiaramente il nostro paese che fa parte delle star mondiali in soli 8 giorni ci ha fatto il visto per il rientro.
    Conclusione della storia, stiamo programmando il trasferimento all'estero e lasciamo il bel paese a chi pensa sia ancora tale.
    Un ringraziamento sentito a tutti i burocrati e scalda sedie d'italia e EU, con il miglior augurio che cadano vittime del loro sistema.

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