26.2.10

PERCHE' TANTO ODIO..?



Oggi post doppio..!
Che culo eh..?
Mi assenterò da voi per una settimana, causa calata negli Abruzzi, per piacevoli questioni familiari.
A meno che non riesca a scribacchiare qualcosa anche da laggiù...
Boh, dipende da quello che trovo.
Pace e bene.
Si va ad incominciare...



Chi ha rapito il piccolo Gigio?
Chi ha ucciso Ilona?
Chi ha rubato la marmellata?
L’orrendo buonismo rimbalza perpetuo tra portavoci mediatici, opinioni di vecchie invadenti, portinaie odorose di candeggina e porporati Vatikaiser.
Con sospirata pace del legiferar cortese dell’Impero.
E poi… senza gossip come farete?
Di quale reggiseno parlerete?

Come mai nelle città terremotate non vengono ricostruite le case, ma le chiese si e subito..?
Non userete mica i soldi delle nostre tasse?
Credevo che almeno l’inflazione fosse solubile nelle lacrime, dovremo pagare ancora.

La supervelocità è prioritaria rispetto alle reti idriche di acqua potabile che ancora mancano in molte case del meridione (e quelle con i rubinetti doppi, con acqua dolce ed acqua di mare), gli costruiranno forse dei pozzi, vicino alle nuove centrali nucleari.

Nell’aria una refola parlante sussurra: “Ci scusiamo per il disagio provocato, ma improvvisa sordità ci colse. L’evoluzione riprenderà il più presto possibile”.

Pure il fumetto è edulcorato dalla divisione in precisi target, nascono già censurati dagli stessi autori spaventati da impuri pensieri di verità assassina che percorrono in sogno.
Ma non piangere amico lettore, aiutami piuttosto a raccontare tutto a mio figlio, senza spaventarlo, sennò poi mi diventa terrorista e me lo arrestano.
Chi lo infetterà per primo, la religione o l’istituzione..?
Il culo delle veline o quello del presidente..?


Ma bando ai comizi, è ora di contrattare sul serio nella redazione di un quotidiano nazionale.
Un giorno di anni passati nell'ufficio del direttore commerciale...
Interpreti: io e il direttore commerciale.

“Ma non posso firmare un contratto del genere, è una presa in giro… vi comprate tutti i diritti d’autore di questa e qualsiasi altra eventuale ristampa futura per quattro soldi…”.
Il direttore non scompose un muscolo, né un capello si mosse, ma rispose:
“Ah… voi artisti comunisti, dovreste farlo gratis, per un pezzo di pane al massimo”.
Mostrai allora l’ironia richiesta:
“Ma lei è un attore della parola, un cabarettista… gli artisti esistevano ai primi del novecento, ora sopravvivono solo gli artigiani, artista è un termine obsoleto, abusato… come la parola ‘amico’. Poi non sono un comunista, semmai anarchico alla De Andrè o come Sacco e Vanzetti”.
Egli sorrise da un lato ma insistetti:
“Potrei cedervi, come è logico, i diritti di prima stampa? Poi per le ristampe c’è tempo, ci accorderemo in futuro a seconda del gradimento…”
“Mi dispiace, l’avevo già fatto presente allo studio legale dove ci serviamo, ma purtroppo non è la nostra politica aziendale”
“Boh… io il contratto lo firmo perchè i personaggi non sono i miei, ciò che devo fare è solo esecuzione, manovalanza su testi altrui. Ma non metterò nessuno dei miei pupazzi, a ‘sto punto non si sa mai…”
“Ragazzo… insomma, chi ci crediamo di essere… è già tanto che esce sull’edizione nazionale…”
“Eh già… come fai a non essere ottimista...!”

Tutto comunque andò per il meglio.
Firmai l'infame contratto perchè questo è il generale andazzo.
I personaggi ebbero successo ma non essendo l'azienda interessata ai fumetti, tutti morimmo a stento.

23.2.10

BRICIOLE DI PANE



Siamo giunti alla fase anale: la mercificazione della cloaca, la si produce e la si compera… a prezzi tutto sommato abbordabili. Necessario è il rischio, osare per evolvere… e per assurdo (?) chi se lo accolla non sono i ‘colossi’editoriali ma i piccoli e piccolissimi editori per onesto dovere verso la passione personale e un pubblico stordito da grida in eco perpetuo.

Per individuare l’inizio della fine bisogna risalire ai primi anni ottanta sino al trapasso definitivo al termine dello stesso decennio, quando si preferì investire sulla televisione, spostando gli interessi popolari nel videoludico in genere.
Da quel momento in ambito fumettistico, cinematografico e musicale, entrò in coma la “disponibilità all’ascolto”, oggi spacciata e venduta a caro prezzo sotto sinonimo di new age o sulle rivistine di psicologia per mute casalinghe in odore di esaurimento nervoso con desiderio di riscatto cultural-personale.
Improponibile quindi un ritorno senza stragi al fumetto di composizione (al cinema di genere e alla musica progressive), rassegniamoci in silenzio, per le esequie è tardi, una prece.
Oggi vige la rivalutazione post-mortem, l’Italia degli amici redivivi e degli eredi: vedi Magnus, Bonvi, Pazienza, De Andrè, Bindi, Endrigo, Emanuele Filiberto etc. etc…

Ma restiamo allegri, i bulimici Diavoli di Ken Russel hanno stravinto. Le caricature obese, ingorde e autoreferenziali tengono in pugno la Repubblica delle banane e i gioielli di famiglia. Banane amare che mangiamo tutti i giorni, anche gratis; gioielli che se posti in moto perpetuo, producono scorie difficili da smaltire.

Nel frattempo, poveri ma ancora belli, attendiamo in quiete che gli uccellini ci portino delle briciole di pane fresco.

Ego te baptizo… mors tua, vita mea. In perfetta solitudine.

21.2.10

CAMILLO & TORRIBIO



A luglio fa una caldazza da bestie, d’estate è normale.
Camillo è un sadico climatico: ama passare le ore più calde facendo dentro e fuori i negozi con aria condizionata polare, ma non è tutto. Nutre forte attrazione per gli uffici postali, quelli grandi con tante file di sedie ordinate. Ci va poco prima dell’ora di maggiore affluenza. Prende una ventina di numerini per i vari sportelli e poi si annoia leggendo tutti i depliant informativi e i prezzi dei prodotti in vendita al PT shop.
Previo suggerimento dei calli, si siede nelle ultime file e osserva i biglietti numerati degli astanti. Se qualche bellafiga ne mostra per caso uno molto lontano dal turno sul display, le regala uno dei suoi per fare bella figura.
Beato dai sorridenti ringraziamenti, si sente meno solo e si dà un senso.

...

Torribio guardava il calice vuoto.
Era dopo ferragosto, quel limbo temporale che annuncia il rientro dell’autunno dalle delizie della villeggiatura.
Pensava spesso ad una frase pronunciata da Picasso: “Mia moglie non capisce che quando guardo fuori dalla finestra, sto lavorando”. Anche lui era un condannato del lavoro: scriveva, disegnava, scolpiva, suonava e componeva, insomma donava al mondo quel frutto che deriva dall’intelletto, che invade con forza ogni istante del vivere, compreso l’ozio.
In parole semplici, mal sopportava il peso del grande dono del ‘saper fare le cose’ poiché non v’era continuità né soddisfazione nel pensare in un paese che rifiutava a priori la creatività in cambio di globalizzazione sottocosto. Restava però un conforto personale da indossare la sera, un capo liso dall’uso forsennato. Il resto era prostituzione ottusa e alimentare, marchette a denti stretti al servizio di quattro gestori sfigati e invidiosi colleghi dall’individualismo sfrenato.
A lungo andare si sentì oltremodo mortificato, offeso dal solito opportunismo di chi, senza avere minimi requisiti, riusciva a fargli le scarpe grazie alle solite conoscenze. Attricette isteriche, musicisti alcolizzati, assessori con codazzo di puttane russe e padroni autodistrutti da smisurato ego. I soliti cadaveri senza vermi, morti che camminano e muovono quattrini ‘tutti insieme appassionatamente’.
Beh… caro mio, così va il piccolo mondo antico, la tua patria mal cresciuta e se non modellerai il tuo sapere su forme stupide ed antirivoluzionarie, non arriverai da nessuna parte. Quanto sei stronzo a crederci ancora, t’illudevi di riuscire a realizzarti? Di spostare montagne?
Ma chi ti credi di essere… accontentati della dolce grazia di una sana sofferenza e ringrazia, con la tua solita onestà appesti l’aria.

19.2.10

DEI PLAGI, DEI FUMETTI E DELLE PENE




Amichini carissimi
anche se non ve ne frega nulla del Festiwal, ieri sera, a cena tra amici musicisti, ci siamo deliziati con la di lui visione.

La canzunciella di Pupo Ghinazzi, Emanuelle Filibestia e il ridicolo tenore comparsa (guardatevi il loro video su youtube, abbiate il coraggio di ridere in faccia all’orrore!) è spudoratamente scopiazzata da “Canzone di vita quotidiana” di quel simpatico beone di Francescone Guccini.
Provare (sempre cercando sul tube) per credere.

Ma adesso parliamo un poco di comix...
Come sapete. ho l'onore di editare i fondamentali fumetti di Giorgio Rebuffi, con particolare attenzione alle gloriose gesta del lupo Pugaciòff.
E oggi mi garba condividere, coi 4 gatti che leggono questo blog, alcune banali considerazioni su Cucciolo ed il fumetto comico in generale...

Alcuni critici di fumetti e molti appassionati, hanno spesso snobbato le avventure Cucciolesche (e di tanti altri personaggi comici definiti minori…) perché, a parer loro, scimmiottanti le famose gesta dei più facoltosi colleghi americani.
Questo non è vero.

Forse, fino ai primi anni sessanta, vivono ancora sul Cucciolo e altre testate, alcuni strascichi di forzato stelle & strisce dovuto a prona idolatria ed eterna riconoscenza verso i “liberatori”(che perdura assurdamente ancora oggi), ma è altrettanto vero che con il boom economico e commerciale, le nevrosi che ne seguirono sono tutte italiane e soprattutto “all’italiana”.
Ne sono prova lampante le storie di questo secondo cofanetto, dove vicende e personaggi, si staccano definitivamente dalla banalità statunitense per assumere i toni melodrammatici o scanzonati della commedia di Totò & Peppino, nonché le caratterizzazioni macchiettistiche di Alberto Sordi, se proprio vogliamo fare dei paragoni…
E’ pur vero, bisogna riconoscerlo, che nel Topolino d’allora, un’idea di spensierato italiano si respirava, infatti è proprio quello l’unico periodo d’oro (durato fino agli inizi degli anni ottanta) che diede lustro a paperi & topi e milioni di copie vendute al settimanale. Non bisogna dimenticare che il fuggi fuggi generale degli autori più capaci, che affossò qualitativamente le storie e i personaggi comici “minori”, è in larga parte dovuto al diverso e miglior trattamento economico del Topolino Mondadori; tutto ciò ridusse la sana concorrenza degli editori “diversamente ricchi” ad un impotente stato di prostrazione, avviando il lento e definitivo declino del fumetto di fantasia (che tocca nel nuovo millennio anche a Disney Italia, per surreali avvicendamenti alla direzione creativa ed edulcorate politiche editoriali, buoniste a tutti i costi… ben gli sta!).

Ho sempre preferito la lettura Cucciolesca per motivi di aderenza ed identificazione col reale quotidiano, per veritiera ed umana umanità descritta, perché chi moriva… andava davvero all’altro mondo, e si fumava nonché sbevazzava senza senso di colpa alcuno. Ma diciamola pure tutta: il lupo Pugaciòff è l’unico protagonista nel comico ad avere un’incalzante continuity ed evoluzione autoriale, come una soap opera in salsa comedy, trattamento che nessun altro può vantare nella storia editoriale dello stivale.
Ad esempio, la saga dei siliconi o ancor meglio le vicende del robot Bombarda, attraversano numerosi episodi spalmando il plot narrativo su altrettante puntate a seguire.

Mi dispiaccio non poco se penso che non avendo avuto a disposizione la necessaria potenza economica Disneyana, tutto il carrozzone comico del Belpaese si sia dissolto nel nulla, e ancora mi cruccio per non possedere io la giusta liquidità monetaria per farlo risorgere o perlomeno restituirne il meglio con decine di volumi come quelli che editiamo con l'associazione culturale Annexia (www.ottag.it) ma dedicati ad altri personaggi storici che tutti voi ben conoscete.
Certo, se ai bei tempi avessero tentato la via del cartonato alla francese per libreria, con storie di più ampio respiro appositamente realizzate, qualcosa di più sarebbe sopravvissuto; se avessero fatto pupazzi e giocattolame vario, i personaggi avrebbero penetrato più a fondo nel tessuto dell'immaginario e non. Se i boriosi cinematografari del Sacro Romano Impero li avessero resi protagonisti di cartoni animati in contrasto con l’invasione gialla (che perdura assurdamente ancora oggi), li trasmetterebbero ancora adesso…

Ma veniamo all'arringa finale: una bacchettata di media intensità sulle mani a tutti quelli che piangono la crisi del fumetto dovuta ad altrettanta crisi del paese tutto, e ancora dei valori umani in crisi causa crisi.
Chi voleva capire ha già masticato, sputato e digerito da anni fatti e persone, buoni e cattivi, belli e bestie. Chi fa finta di non comprendere emette sospiri collusi e spera, magari speriamo che, ci vorrebbe chissà... forse un giorno?
In realtà hanno ferma volontà e convenienza nell'involvere ed evitare con attenzione d'inventar storie moderne (occhio: non idee riciclate ma nuove di pacca, diverse pericolose regole, a rischio d'incompatibilità popolare e denuncia).
Dite che il fumetto è morto? Allora una prece e abbiate le palle di staccargli la spina scomparendo con lui. Oppure fate meno ma fatelo meglio (come fanno gli onesti con se stessi che esistono e lottano).
Siamo una sacca di resistenza, andremo avanti con Annexia finchè avremo voglia, finchè ci divertiremo a progettare e realizzare tutto questo, anche se non ci guadagnamo una lira.
Abbiamo smesso di incazzarci a vuoto perchè l'immobilità nel settore è stata premeditata e pianificata secondo le migliori regole fantascientifiche dell'astratto astrale; quindi schiaffeggiatevi da soli anziché lagrimare davanti a microfoni di sterili soporifere conferenze, e non rompete più le scatole che qui abbiamo da lavorare.
Sazi dal quieto navigare sotto una comica rattoppata bandiera, secondo le nostre libere ingessate menti, nella piccola nicchia isola isolata di quei quattro dinosauri che ci leggono.
Felici di accontentarci di piccoli numeri e gioire per il pareggio in bilancio, poveri ma belli.
Le code di paglia obbietteranno che proponiamo roba vecchia di mezzo secolo e non certo neoavanguardia e futurismi d’occasione...
Risponderò che dopo un'attenta lettura scopriranno vizi, vezzi, manie e debolezze sociali d'un tempo, uguali a quelle d'oggi e con probabilità somiglianti a quelle di domani, solo con diversi abbigliamenti. Il tutto condito dal Reb's touch, il tocco leggero e caustico con garbo di Giorgio. In una veste grafica moderna e accattivante, prezzo ridicolo e un sommario ragionato per palati consapevoli di ieri e nell'oggi. Fumetti sempreverdi che tutti devono conoscere perchè patrimonio nazionale in via d'estinzione, specie protetta, bla, bla, bla...

E poi non vorrei che mio figlio leggesse solo il Topolino post 2000 e pensi che è una boiata pressapochista, e quindi generalizzi e deduca un giorno che i fumetti sono stupidi tutti quanti...
E smetta di leggerli.

17.2.10

EXHORKIZO


Saulo udì la voce di Gesù cadendo dal motorino in via Damasco, prima del semaforo davanti al Santuario di Montallegretto. In effetti lo chiamava perchè stava andando dritto anzichè svoltare a destra. Colpa del mosto bevuto alla Locanda dei Jazzemani..? Beh, poteva andare peggio, pensa se gli ritiravano la patente.
Controllò nelle tasche se i sette doni del Santo Spettro erano ancora integri: Sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Tutto a posto. Nulla di rotto neanche tra i dodici frutti divini: amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza et carità. Era proprio un ragazzo fortunato. Colpito e convinto del miracolo decise di abbandonare in via definitive le opere della carne: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidia, molestia, ubriachezza, orge e cose così. Si sentì rinascere: unto, untuoso e untore. Scoprì con sorpresa nuove abilità sopite: agitatore politico, profeta di saggezza, mago di destrezza e poichè molti sono i chiamati e pochi gli eletti, regalò il cervello all’asfalto. Sentì l’anima divenire vento, alito, respiro, soffio, sbuffo, pernacchio e peto.
Il giorno, per ingannare il tempo, albeggiava con calma.
Prima di morire si tolse la trave dall’occhio e osservò i gigli nel campo.
Apparizione, resurrezione, ascensione.

16.2.10

ITALIA SI, ITALIA NO.


Cara Italia mia bella
ti odio più assai di parecchio.
Sei una povera fascista ignorante.
Sei pedante e sterile d'intenti.
Non ti vergogni un poco d'aver un futuro, per i nostri figli, così claudicante e grave..?
Mi tocca desiderare di andar oltre confine, ove si possa respirare un'aria più civile.
E per inciso, qualsiasi confine...
Qui le fogne han rotto gli argini esausti e consumati.
Un odorosa inondazione è in atto dagli anni '80.
Subiamo in silenzio.
Cara Italia
della pizza ed altre stronzate stagionali
non vedo l'ora di vedere la tua fine.
Senza più Papi ne Presidenti.
Senza più neanche committenti.
Perchè sei morta
e ancor non te ne accorgi.
Quindi non risorgi.

14.2.10

CITTADINO X



Se mai vi capitasse di avere la femmina gravida, notereste durante i numerosi pellegrinaggi di controllo pre-parto, alcune colorate cartoline sui tavolini delle sale d’attesa. Le suddette offrono un abbonamento per solo un euro a quattro numeri di riviste per gestanti, ricche di paranoie e consigli per gli acquisti. Per carità, mica è tutta merda, quettro pagine su cento si possono anche leggere. Passano i mesi e vi arriveranno anche più dei quattro numeri promessi, persino dopo la nascita del pupetto… che bravi, quale generosità, poi a caval donato non si guarda in bocca. Ma un bel giorno, tra un pianto, una tetta e una cacata, arriverà l’irripetibile proposta di abbonamento a prezzo stracciatissimo con aggratis l’enciclopedia in due pratici volumi ‘Il bambino dalla A alla Z’ di 480 pagine complessive. Sin qui niente di male, finché ce n’è… Ciò che urta i nervi è il modus proponendi con cui viene narrata l’offerta. Nel depliant pubblicitario un bel bimbo sorridente dice: “ Mamma, lo so che dirai di sì! Tu a me ci tieni troppo”. Dietro il foglio, la responsabile abbonamenti così vi scrive:

“ Cara Pinca Pallina
come mai non hai ancora risposto? Come è possibile che una mamma come te, tanto attenta e sempre alla ricerca del meglio per suo figlio, non abbia colto al volo l’opportunità di avere informazioni pediatriche qualificate, consigli utilissimi e la consulenza di autorevoli specialisti, a condizioni di assoluto vantaggio?

Eppure la proposta a te riservata è veramente allettante:

Controlla per l’ultima volta tutto quello che puoi avere
con soli 19,90 euro e con un risparmio di ben 44,30 euro

Vedi? I conti tornano! Eccome!!! Forse la tua è solo una dimenticanza. E allora… vai!
Oltretutto, approfittare di questa offerta è facilissimo: basta effettuare il versamento utilizzando il bollettino di conto corrente postale allegato. Fallo subito! Il tuo bambino te ne sarà profondamente grato.

Cordiali saluti
Pinca Pallina #2”

Ma sai cosa gliene frega al bambino di ‘sta roba..!
Natura vuole che alcune signore mamme siano devastate dalla famosa ‘depressione post-parto’ ove, possedute da bizzarre metamorfosi umorali et uterine senza precedenti, sono molto più sensibili e offendibili del normale, dunque oltremodo influenzabili. Non si vergognano queste bestie di aziende neonatali ‘specializzate’ ad osare simili prese per il culo? Ma c’è di peggio, come già sapete c’è chi per la diffusione del proprio prodotto, i bambini li uccide.
Come fai a non essere ottimista?

12.2.10

LA FAVOLA DI S. VALENTINO



Ladies and Gentleman, per tutti gli innamorati...
la vera storia degli Aristogatti..!


GLI ARISTòCRATI


Era il dolce meriggio di un giorno che sembrava eguale a tanti altri. Madame Analaide stava rincasando dal consueto giro di shopping forsennato, attraverso la città. Fra poco, come da abitudine, avrebbe bevuto il solito thè nel salotto del suo palazzo, accompagnato da un’abbondante pepata di cozze alla parmigiana e puntuale come una multa sbagliata ecco arrivare uno dei suoi tanti amanti, l’avvocato commercialista notaio Egr. Dott. Avv. Comm. Not. Teresio Poggio Bustazzi.
La babbiona miliardaria gli annuncia con letizia di voler lasciare il suo enorme patrimonio ai suoi 4 gattini, per averle confortato la solitudine infrasettimanale.
Il maggiordomo Pasolond, origliando il fatto, ne è giustamente risentito.
Pasolond, in fondo buono, invece di assassinare i felini, li porta a perdere nel bosco, restituendoli alla vita selvatica.
I mici, anziché maturare naturale gratitudine per la ritrovata libertà, cadono vittime delle argute macchinazioni di un randagio poco di buono, cacciatore di doti, chiamato Sboromeo; che si finge innamorato della mamma Dufessa per introdursi nella sua cava patrizia.
Per raggiungere il bieco scopo, coinvolge e stordisce l’intera famiglia con la dissoluta vita delle mansarde bohemiénne, in un’orgia estatica di alcool, sesso e stupefacenti.
Dufessa però rinuncerà al neonato e avventuroso amore per la vita agiata, con gran rammarico della romantica pargola e degli idealisti gattini anarchici.
Così, la mattina dopo, il vile marrano finge cristiana felinità e comprensione maxima, e li riconduce all’elegante dimora.
Il maggiordomo, basito e interrotto nella nobile degustazione di un ottimo brandy e un buon toscano, si rende conto che abbisogna di un nuovo piano per eliminarli.
Colto da infernale colpo di genio, li rinchiude nel pio sacco mensile di generi alimentari destinati al terzo mondo.
Ma il furbo Sboromeo vigilava nei paraggi e approfitta della ghiotta occasione per guadagnarsi la stima della malafelina…
Salvata in corner da una precaria esistenza da stracciona, Dufessa accetta di far entrare il fanfarone nel suo mondo di aristocratiche mollezze, con somma gioia della mummia babbiona, ancora ubriaca dalla notte prima.
Ancora una volta il male e la plutocrazia trionfano!
E vissero tutti dissoluti e potenti, nell’estremo diletto del peccato.


THE END

8.2.10

TOTUS TUUS


Da queste parti, siamo ipocritamente preoccupati, chi più chi meno, ad abortire l’istinto animale: la libera pornografia dell’anima allegra è schiacciata da una morale morbosa e penitente.
Lo Stato è sputtanato agli occhi del mondo, il Clero affila i crocifissi e uccide indisturbato da secoli, menti et corpi. Giordano Bruno scrisse: “La verità è avanti tutte le cose, è con tutte le cose, è dopo tutte le cose; è sopra tutto, con tutto, dopo tutto”. Torturato per anni, bruciato vivo e tanti saluti.
La storia non ci ha insegnato una fava, è evidente.
Poi c’è il vizio malsano di tener conto delle parol(acce) dei religiosi in politica. L’economia tricolore si basa in larga percentuale sugli investimenti vaticani, siamo un popolo alla pecorina, senza usare vaselina. Se la Santa Sede si trasferisse in altro loco (Equador, Siberia, Antartide o un bel ritorno ad Avignone…) ci sarebbe il collasso economico ma una sicura rinascita culturale. E’evidente che della cultura non frega niente a nessuno.
Come si permettono uomini senza moglie né figli di parlare di famiglia? Di pace, se poi finanziano dittature e guerre? Di povertà, vivendo nell’opulenza? E poi mandare al rogo gay et pedofili, unico argomento che pare conoscano benino? Mistero della fede.
Ma la chiesa è indispensabile proprio per questo. Inossidabile morale totalitaria che supplisce la nullafacenza del governante di turno, indicando al gregge celebralmente mummificato la direzione morale (!!!) e la protezione necessaria et agognata in cambio di lasciti ed altre finezze...
Facile dedurre come mai siamo gli ultimi in Europa sulle terapie contro il dolore.
Questi signori predicano il paradiso della sofferenza, l’espiazione dei peccati attraverso il sacrificio, la manifestazione e il perdono di Dio previa mortificazione della carne. Che andassero a raccontarlo ai bambini (e ai genitori) che muoiono agonizzando negli ospedali della penisola.
Dicevamo, letali utopie come utopico è l’intento democratico dal momento in cui fissa regole indiscutibili (e smette di essere tale). Dice il mio amico Hobert Kaller che è come quando vai a suonare, prima devi accordare lo strumento.
Dopo l’esibizione sei calato di tono, sei scordato.
Per ricominciare il concerto occorre riaccordarsi, rinnovare la democrazia…
Ahimè, dico io, vi sono in natura svariate tipologie di accordatura e pochissimi possiedono l’orecchio assoluto per fare da soli ma c’è chi se ne impippa e suona stonato, d’altronde anche quello è un modus democratico.
L’uomo moderno abbisogna di uno spazio ove far risuonare il desiderio interiore e chi possiede il giardino più confortante lo convince e lo possiede. Certo, se la luna fosse una grossa sveglia potrebbe ridestare le coscienze a tutto il globo, ma ella serve i romantici, i clandestini, i pazzi e gli assassini.

Andate in pace.

5.2.10

PREDICATIO UNIVERSALIS


In una notte afona, mi apparve in sogno il trapassato Marcinkus, con il concreto proposito di formare un nuovo dogma religioso da affiancare ai numerosi già esistenti. Essendo un lavoratore precario e nazionalmente disilluso, con la prospettiva di lauti e gratuiti guadagni, ascoltai… “Fermo restando che la religione è un’astrazione filosofica proiettata verso luoghi fantastici, invece dei soliti banali numeri del lotto, ti donerò un nuovo credo con il quale dominerai il mondo e diverrai Papa con l’acronimo di Maledetto I°. Il nostro fine ultimo, sarà ispirato dalle eroiche gesta di Monsignor Piso, emulo nonchè alleato di Hitler, che formò la Repubblica Parrocchiale al posto della Slovacchia durante la II° guerra mondiale, celebrando grandi conversioni di massa (pena la morte) in Croazia ed ottenendo ben 18 religiosi nel parlamento. Ecco in breve le sacre prescrizioni per superare la solita paura dell’ignoto: le comuni conoscenze del nuovo credo si baseranno sulle divinità strategico commerciali già collaudate nei palinsesti televisivi, e seguiranno pertanto le logiche del mercato della comunicazione mediatica. Cercheremo di acchiappare i 918,249,000 non credenti rimasti nel mondo e convertire quelli già ‘influenzati’ dalla contaminazione disinformante del gossip e dei telegiornali. Non sarà impresa difficile poichè da anni, altri hanno preparato il terreno per il nostro avvento narrando gesta e debolezze dei nuovi Dei. I santi saranno eletti dal popolo attraverso sondaggi di gradimento e classifiche proposte dai nuovi vangeli quali: Novella 2000, Eva 3000, Oggi, Gente, Sorrisi&canzoni tv, Gazzetta dello sport e Cosmopolitan. Sarà cosa buona e giusta accaparrarsi con furbizia il benestare delle altre religioni monoteiste e politeiste, con piccoli accorgimenti: per accontentare i Giainisti… non uccideremo neanche una formica, per gli Avventisti proporremo l’arrivo di un nuovo profeta al governo ogni 5 anni e per affiancarci agli Induisti assaggeremo tutti gusti della vita. Incentiveremo la poligamia come un dovere all’harem coniugale per ingraziarci il mondo arabo, rendendo anche obbligatoria l’elemosina di saggezza intellettuale ai poveri d’idee. Per ingraziarci Sorella Morte continueremo a non incrementare l’uso del profilattico nel terzo mondo. Infine per i numerosissimi preti cattolici omosessuali e pedofili verranno istituiti nuovi seminari aperti al pubblico, per liberi accoppiamenti con i fedeli e compravendita di minorenni. Indispensabile e quotidiano per il neo-credente, l’esercizio spirituale della contemplazione in convulsa preghiera degli apperecchi televisivi, compresi quelli al plasma e i videotelefoni. La nostra parola di fede sarà “Fai agli altri solo quello che fa godere te”, giusto per staccarsi dal solito esmpio monoteista e, “Sospetta di tutti quelli con fede diversa” per galvanizzare le frange estremiste più violente, “Santifica chi ti pare e piace” nei limiti del gusto personale. D’altronde oggi un unico Dio non basterebbe alla grande massa fagocitante, un unico profeta miracolante e mirabile sarebbe ridotto ad esibirsi come magico Freak nei luna park di periferia, quindi l’Unione e la Forza di tanti nuovi Dei ci condurrà alla conquista del mondo”. Mi risvegliai. Finalmente una proposta concreta per cambiare l’Italia, senza stravolgere o modificare nulla.

4.2.10

FAVOLE PER FUTURI FUMETTI

I TRE PASOLINI
Di Laca & Raffadengo


C’erano una volta tre teneri pasolini: Dj Nègher, il Ciula e il Cumenda.
I tre abitavano con la mamma, meretrice di lunga esperienza, che stufa di averceli sempre tra i piedi decise di dividere, pur di toglierseli di torno, i terreni ereditari di famiglia. Un giorno, tra un cliente e l’altro, la materna navescuola li chiamo a sé e disse: “E’ormai tempo che vi levate di culo! Ho bisogno delle vostre camerette per ampliare l’attività commerciale e già domani mi arriveranno 60 minorenni cinesi selezionate dalla Caritas che vorrei stivare nelle vostre stanzette”.

Il Cumenda non se lo fece ripetere due volte e dopo aver sistemato varie mazzette da 500 € e un poco di Viagra nella 48ore di pitone, partì sgommando con il suo Porche rosso Valentino.

Dj Nègher, dal canto suo, fece un semplice fagotto con cartine, accendino, cocchetto, bonghi, birra calda, funghi allucinogeni, Fonzies, calmante per cavalli, oppio, prozac e mescalina, tentando poi l’ardita carta dell’autostop in buona conpagnia del fido grillo “Coso”.

Il Ciula, di temperamento più mite e salutista, riempì invece una grossa borsa da palestra con cibo biologico, manuali di edilizia eco compatibile, integratori di sali minerali, acqua distillata, fiori di Bach, medicine omeopatiche, cristalli cromoterapici, cyclette, vogatore, il poster di Sara Simeoni a cena con Pertini a Capri e aloe vera. Dopodichè andò a salutare la mamma che lo respinse malamente sull’uscio perché interrotta durante il convivio orale d’accoglienza con i musicanti di Brema:
“Ma vedi di annà in bocca al lupo, finocchione..!” chiosò amorosa sbattendo la porta. Il Ciula, parecchio basito, accese il contapassi e partì con trotto avvilito.

Dopo venti minuti il Cumenda giunse nell’appezzamento all’estrema destra del terreno ereditato. Ivi richiamò una squadra di clandestini albanesi freschi di sbarco per costruire una regia magione con annesse piscine, zoo, mausoleo, vulcano attivo, anfiteatro, serra tropicale, parco botanico, tombe fenice e harem. Allettati dai 10 centesimi in più dei soliti 5 euro l’ora in nero, i poveri cenciosi ersero la costruzione in un battibaleno, ma il furbo Cumenda, visto l’approssimarsi del pagamento, chiamò l’ufficio immigrazione e denunziò i tapini che, sorpresi dalle guardie svizzere nell’atto di montare gli infissi, verranno denunciati per occupazione abusiva ed arrestati per il curioso reato di clandestinità.

Ma nei pressi della regal tenuta un’ombra scura s’aggirava furtiva e misteriosa, una figura che tanto somigliava a un’orrenda furia…

Dopo soli dieci minuti d’autostop Dj Nègher venne caricato da un variopinto furgoncino “power flower” guidato da vecchi tossicomani di lunga degenza, quindi accompagnato a destinazione nell’appezzamento di estrema sinistra del podere di famiglia. L’arzilla combriccola, appena messo piede sulla terra altrui, sparse ai quattro venti tre piccole sementi olandesi geneticamente modificate che nel giro di quindici minuti (propiziati da danze e canti degli Abba) avranno a generare la più vasta piantagione di canapa indiana della regione.
Dj Nègher, al settimo cielo dopo la terza fetta di torta all’oppio inzuppata nella mescalina, si ricordò della raccomandazioni materne e si psicoattivò per costruire un riparo. Nel ponziar lento e cortese, si soffermò con fissità pupillica sulla babbiona del gruppo, assistendo alla di lei trasfigurazione nella prosperosa madonna lisergica piumata. Scivolinguandole sui piedi abbruttiti dall’età avanzata, le chiese in dono la sua fascia per capelli (quella del pellegrinaggio ricordo a Lourdes) grazie alla quale unirà venti cimette resinose di piante contemplative, creando un profumato teepee che inaugurerà fumandosi una finestra.
Dj Nègher, nonostante fosse un pigro lazzarone, si sentiva proprio sicuro nella sua nuova casetta, in allegra compagnia dei ganzissimi nuovi amici.

Ma qualcuno, con un cannocchiale, ne spiava ogni movimento. Qualcuno che amava molto i pasolini, specie arrosto con contorno di olive ascolane e sardi sotto sale.

Anche il Ciula, dopo appena sedici ore di corsetta, giunse al proprio appezzamento di estremo centro e dopo un’ora di kundalini visualizzò e tracciò i cinque chakra per il posizionamento del suo nuovo ashram tra le migliori coordinate energetiche secondo le tavole karmiche di Kabir Bedi. Lo costruì con pallet ecocompatibile, frassino delle foreste equo solidali, tende in lino goffrato riciclato, bancali di frutta riadattati per il pavimento e moquette in lana di cocco per il pavimento.

Ma con un periscopio, qualcuno spiava ogni suo movimento. Qualcuno che amava molto i pasolini, soprattutto al forno con carrube e platano fritto.

Il giorno seguente quel “qualcuno” scese a grandi passi dalla collina, diretto verso il campo di cannabis del primo pasolino: un tremebondo e famigerato lupo stalinista..!
La pacifica comune di diversamente ricchi lo accolse come un fratello ma una volta scoperto l’esclusivo interesse della bestia per le gustose carni del tenero pasolino, non esitarono a venderglielo per trenta cartine lunghe. Dj Nègher, tutto preso dal ludico utilizzo della sua casetta (e nonostante l’allarmato frinire del fido grillo “Coso”), scambiò l’animale per un lontano cugino meridionale abbracciandolo commosso. Manco a dirlo, il canide spalancò le fauci pronto ad avventarsi sul fattissimo Dj e solo la provvidenziale fuga di “Coso” verso la casa del Ciula, lo salvò dall’infausto destino.

Il mite Ciula, osservando alla finestra l’arrivo del fratello tossico, gli aprì con salesiana pietas lasciando il luparuolo a bocca asciutta.
L’animale non volle certo rinunciare ad un buon arrosto di pasolino e pensò bene di travestirsi da ispettore del catasto stalinista, ramo abusivismo edilizio. Il Ciula fuorilegge, cosciente di finire in un gulag o peggio al forno, gl’impedì l’ingresso sprangando porte e finestre, ma il diabolico lupaccio in sella ad un bulldozer pallamunito demolì l’eco catapecchia senza pietà alcuna, costringendo i due alla fuga verso la reggia del Cumenda.

Giunti alla porta del terzo pasolino, bussarono disperati fino a scorticarsi le nocche.
Il Cumenda, impagnato nel filosofico sorseggio d’un rassicurante Cherry Brandy, si limitò a sentenziare dalla finestra:
“Mi si consenta, prima di accogliervi col calore fraterno che vi spetta, di farvi notare la bella fontana giunta pocanzi dai musei vaticani, pregiatissimo dono personale del Cardinal Suini. E ancora il solido portone intarsiato a mano dinanzi a voi, di raffinato cesello ottomano, gentil omaggio dell’amico Topolanek da Disneyland.
Cari fratelli, in verità vi dico: con l’onestà e il duro lavoro avreste potuto costruire anche voi una solida residenza e conquistare un’alta posizione sociale. Ma voi faziosi comunisti drogati di merda, valete quanto un beduino puzzolente e zoppo, per giunta extracomunitario. Vi invito a riflettere con serenità sul vostro inutile passato e guardare indietro con spirito critico e costruttivo in vista di una miglior vita futura”.

I due creduloni, pensando alla buona fede del fratello, si voltarono a contemplare il passato e il lupo li divorò anche senza carrube.
Il Cumenda assistette allo strazio cambiando cocktail e per niente dispiaciuto si recò ad aprire l’uscio per accogliere a braccia aperte l’amico peloso.

I disvelati soci in affari, davanti al caminetto, sorseggiarono un quieto Calvados studiando e discutendo i futuri progetti di selvaggia speculazione edilizia sul ricomposto terreno ereditato, mentre una baby gang di lolite meretrici (inviate in dono dalla vecchia madre) sopraggiunge per esser alfine utilizzata…

Come lieto fine impone, ancora una volta, il male e la plutocrazia trionfano!
E vissero tutti dissoluti e potenti, nell’estremo diletto del peccato.



THE END
Ma chi è Laca?
Chi sono?
Perchè Lacadelavega?
Andiamo per ordine partendo dal fondo.
Laca de la vega perchè il nome laca da solo non era disponibile come blog.
Per una breve biografia continuate a leggere.
Laca (all'anagrafe Luca Montagliani, classe 1971) esordisce alle elementari mostrando arcaici fumetti fatti sui quaderni di scuola ai compagni di classe, fumetti con protagonista un bidello storto e sfigato (chiamato Risso il guardiano) che nascondeva i giornalini porno dell'editore Barbieri sopra un armadio del suo appartamento all'interno dell'istituto scolastico (primo contatto erotico dunque con la scoperta dei suddetti, ricorda un gobbo che violenta una ragazzina e poi viene ucciso sparato sul gobbone, probabilmente un albo di Oltretomba). Vince nello stesso periodo una bicicletta partecipando a un concorso indetto della Renault (unica competizione sul disegno cui partecipa nella vita), ideando un fumetto di macchinine comiche umanoidi (anticipando 'Cars' di 30 anni). Riceve l'imprinting per il pupazzettismo e l'amore per la china da Guido Scala (Disney) vicino di casa di due piani di sopra, Antonio Canale (Amok) e Giorgio Rebuffi (Pugaciòff, Tiramolla) che pure si propose di parlare con sua madre sulla serietà di un lavoro come quello del fumettista. Più tardi conobbe Luciano Bottaro, Aurelio Galleppini ed altri liguri eccellenti. Grande influenza visiva gli venne dall'osservazione di Magnus (su Alan Ford e Necron), Jacovitti (DiarioVitt e vari Oscar Mondadori) e Bonvi (con le Sturmtruppen), sviluppando parallelamente il giusto cinismo nella scrittura. Frequentando la Scuola Chiavarese del Fumetto (di Calegari, Bertozzi e Coppola) e l'Accademia di Belle Arti di Genova si rende conto della realtà precaria che lo attende dietro l'angolo e cristallizza la volontà di continuare in quella direzione, nonostante tutto. Amabili e fondamentali chiacchierate con Carlo Ambrosini lo iniziano ad alte vette concettuali e divagazioni psicoanalitiche, Enea Riboldi gli ricorda che nonostante tutto questo, non è un eroe. LACA, all’anagrafe Luca Montagliani (1971), per (soprav)vivere oggi nell’italico Vaticappio si arrangia: barista e grafico, lavapiatti e fisarmonicista, scultore e teatrante, cameriere e fumettista, magazziniere ed editore, zingaro e compositore musicale, formalmente disoccupato. Terrone marsicano ma di Genova per questioni migratorie familiari. Volentieri onesto e antipatico, gentiluomo e volgare, eclettico e maleducato, un po’ stronzo.
Terrorista culturale e testardo, indossa bandiere fuori corso da decenni: libertà, bellezza e verità. Annovera nel curricuLaca alcune illustri collaborazioni con Giorgio Rebuffi, Giulio Chierchini, Alan Ford, Kinder Ferrero, Rai Due e Roberto ‘Freak’ Antoni.
Insieme all’associazione culturale ANNEXIA rispolvera i classici comici italiani d’antàn con la ristampa dell’opera omnia di Giorgio Rebuffi e continua imperterrito a pubblicare PASOL, suo alterato-ego anarco ipersessuale, con cui si esorcizza lo spirito negli omonimi volumetti. In versione live on web lo trovate che suona con l’Orchestra Bailam su youtube e su www.orchestrabailam.net. Altro sito curato da lui e suo fratello è www.ottag.it, lo spazio telematico dedicato a Giorgio Rebuffi dove è possibile (anche) acquistare i volumi di Pugaciòff e Pasol. Sul futuro non si sbilancia, nonostante abbia ultimamente collaborato con la Marvel USA e Diabolik.

Tutto qui.